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Assunzioni e incarichi migliori per i parenti: gli amministratori coinvolti nel caso Avr a Reggio

Consiglieri comunali, metropolitani, provinciali, regionali, chiedevano più o meno «insistemente» favori e assunzioni all’Avr. È questo il quadro che emerge dalle indagini dell’operazione Helios, che stamani ha visto i carabinieri di Reggio Calabria notificare l’avviso di conclusione indagini a 13 persone, otto delle quali amministratori pubblici locali.

L’attuale assessore regionale Domenica Catalfamo, nella qualità di dirigente pro tempore del settore viabilità della Città Metropolitana nonché rup dei lavori del progetto della Gallico-Gambarie, è indagata per associazione per delinquere finalizzata allo scopo di commettere una pluralità di delitti contro la pubblica amministrazione e inoltre è accusata in concorso di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Avrebbe chiesto - secondo gli inquirenti - due auto con autista per la festa del diciottesimo compleanno della figlia, una sistemazione abitativa a Milano per la figlia dell’allora presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, e il trasporto a casa di un tapis roulant con personale e mezzo dell’Avr.

Per concussione è indagato l’ex consigliere regionale Giovanni Nucera, recentemente transitato nel Pd, il quale avrebbe fatto pressioni indebite per ottenere l’assunzione di un lavoratore presso la società Autostrade Servizi spa, dello stesso gruppo di Avr.

Induzione indebita a dare o promettere utilità è l’accusa per il vice sindaco di Reggio Calabria, Armando Neri, che avrebbe esercitato pressioni per il rinnovo di un contratto a un lavoratore di Avr. Stessa accusa per l’ex sindaco di Taurianova, Fabio Scionti, che avrebbe pressato per ottenere l’assunzione di due lavoratori da lui stesso «segnalati».

Con l’accusa di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità sono indagati anche, per fatti distinti, il consigliere metropolitano Antonino Castorina (attuale capogruppo Pd in consiglio comunale) e l’assessore comunale all’ambiente Giovanni Muraca.

Ci sono infine le pressioni per un incarico migliore a favore dei congiunti, come nel caso dei consiglieri comunali Filippo Quartuccio (Democratici per Reggio Calabria) e Rocco Albanese (Pd), il primo accusato di tentata concussione per aver chiesto un incarico di maggior prestigio per il proprio padre, già dipendente Avr, il secondo accusato di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità per avere chiesto un incarico di maggiore prestigio per il figlio, anch’egli già dipendente Avr.

«L'operazione 'Helios' cristallizza ancora una volta, purtroppo, una situazione già nota, in cui si muovono concordemente e per comune interesse imprese nazionali con caratteristiche di 'global contractor', da un lato, e pubbliche amministrazioni locali e funzionari infedeli, dall’altro, e aziende riferibili a cosche di 'ndrangheta o a soggetti di riferimento delle stesse». Lo afferma il procuratore distrettuale di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri.

«Uno scenario - ha aggiunto - ben descritto anche dal provvedimento emesso dal Tribunale delle Misure di prevenzione che ha disposto l’amministrazione giudiziaria delle due società coinvolte, la Avr e la Ese, che svolgono delicati interventi nel settore ambientale, come la raccolta dei rifiuti, e nella manutenzione della viabilità nel territorio della provincia di Reggio Calabria, nonché il controllo giudiziario nei confronti della Hidro Ecologic Lines. L’indagine coordinata da questa Procura e puntualmente eseguita dai carabinieri del Comando provinciale, evidenzia come l’espansione territoriale di Avr era determinata proprio dalla sua permeabilità ad interessi 'ndranghetisti' e della cattiva politica, ponendo in evidenza, per quanto riguarda i rapporti con i pubblici amministratori, una sorta di 'scambio ineguale', o meglio ancora, di commistione tra controllore e controllato, dove il conto finale viene pagato dall’intera comunità che non riceve i servizi necessari per una migliore qualità della vita e per la sicurezza relativa alla mobilità».

«Infine - conclude Bombardieri - voglio sottolineare come l'intendimento di questa Procura, ben evidenziato anche dal Tribunale delle Misure di prevenzione, sia quello di salvaguardare i valori costituzionali della libertà d’impresa e
delle attività economiche, mirando, ove ne ricorrono i presupposti, alla bonifica dell’azienda dagli inquinamenti accertati, sotto forma di agevolazione, ed alla successiva restituzione dell’azienda al suo titolare, così garantendo il lavoro e l’occupazione, soprattutto in un momento così critico della vita del Paese».

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