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Gioia Tauro, reggono le accuse contro il clan Molè: 8 condanne in appello

Il tribunale di Reggio Calabria

Un'assoluzione e otto condanne con leggeri sconti di pena. Così si è concluso il secondo grado di giudizio del processo “Mediterraneo”, nato dall'omonima inchiesta della Procura antimafia reggina contro il clan Molè di Gioia Tauro. La Corte d'appello di Reggio Calabria ha, quindi, riformato la sentenza che era stata emessa dal Tribunale di Palmi.

Questa nel dettaglio la sentenza: è stata confermata la condanna per il boss ergastolano Girolamo “Mommo” Molè a 4 anni di reclusione, in continuazione con la sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria emessa nel 2012 e divenuta definitiva; a Giuseppe Galluccio e Mirko De Marco inflitti 9 anni e sei mesi.

Rideterminate, invece, le condanne nei confronti di Carmelo Bonfiglio, 1 anno e nove mesi, (2 anni e sei mesi nel primo grado) ; Enrico Galassi 5 anni (5 anni e tre mesi), Salvatore Giuseppe Mancuso 11 anni (11 anni e sei mesi) e Manolo Sammarco 11 anni (11 anni e tre mesi), Claudio Ruffa 2 anni e cinque mesi (2 anni e nove mesi in primo grado).

È stato assolto Alessio Mocci che in primo grado era stato condannato a 10 mesi. Nel processo in ordinario di primo grado celebrato a Palmi erano stati assolti anche Maria Teresa Tripodi, Massimo Madafferi, Claudio Celano e Ferdinando Vinci e per i quali la Dda non ha proposto appello.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Reggio Calabria

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