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L'inchiesta sulla 'ndrangheta investe il waterfront di Gioia Tauro, coinvolti dirigenti del Comune

La nuova inchiesta sulle infiltrazioni della cosca Piromalli negli appalti pubblici colpisce nuovamente l'ufficio tecnico del Comune di Gioia Tauro. Oltre all'ex vertice Angela Nicoletta (che non era più in servizio) sono finiti coinvolti Franco Mangione attuale responsabile dell'Ufficio Tecnico e l'architetto Pierluigi Risola suo vice.

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"Le indagini - scrivono gli investigatori - hanno riscontrato diffuse irregolarità di carattere contabile e amministrativo nell’esecuzione degli appalti". Appalti che riguardavano anche opere pubbliche importanticome il palazzetto dello sport, il parcheggio interrato e il centro polifunzionale di Gioia Tauro.

Fondamentale, secondo l'accusa, è risultata "l’acclarata complicità" di pubblici ufficiali - dirigenti e direttori dei lavori, collaudatori, tecnici, progettisti e responsabili unici pro tempore dei procedimenti relativi agli appalti e incaricati dalle relative stazioni appaltanti.

In particolare l'attenzione è caduta sul ruolo svolto dall'ex dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Gioia Tauro, Angela Nicoletta, dall’architetto Mangione che insieme hanno rivestito la qualifica di direttore dei lavori e responsabile unico del procedimento per la maggioranza degli appalti relativi al waterfront ed alle altre opere pubbliche indetti con i fondi Pisu, consentendo ai legali rappresentanti delle ditte aggiudicatarie "di poter lucrare ingenti profitti ai danni della Regione Calabria e della Comunità Europea che ha cofinanziato i progetti di riqualificazione strutturale".

Coinvolti, a vario titolo, anche Risola, Antonino Crea, Michele Gabriele e Vincenzo Bressi, direttori dei lavori/collaudatori tecnici/progettisti e/o responsabili unici pro tempore dei procedimenti relativi agli appalti.

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