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Seimila denunce e 17 "positivi" trovati fuori casa nel lockdown nel Reggino

Sono numeri impressionanti quelli derivati dai controlli durante la lunga fase di lockdown per il coronavirus nel Reggino. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria in tutto il Paese e la comparsa del virus anche in Calabria, anche a Reggio ci si è organizzati per limitare la diffusione del contagio.

A tal fine, già dall'11 marzo scorso, il prefetto ha istituito un Nucleo interforze costituito da personale della Prefettura, della Questura, dei Comandi provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, della Polizia metropolitana e del Corpo militare della Croce Rossa Italiana.

La struttura, operativa presso la sala di Protezione civile della Prefettura tutti i giorni della settimana, per 12 ore al giorno, oltre ad attuare le direttive emanate dal Centro Coordinamento Soccorsi, attivato lo scorso 23 marzo, ha provveduto ad effettuare la raccolta, l'aggiornamento e l'analisi dei dati provenienti dall'Azienda sanitaria provinciale, dalle Forze dell'Ordine e dai Comuni, al fine di alimentare una banca dati unica. Tale attività favorisce il controllo delle Forze di Polizia finalizzato al riscontro immediato delle dichiarazioni edp autocertificazioni rese dai cittadini.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Reggio Calabria

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