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Medico di Villa San Giovanni vicino alla 'ndrangheta, confisca da 25 milioni

C’è anche un clinica, la Nova Salus di Villa San Giovanni tra i beni confiscati a Francesco Cellini, il medico chirurgo considerato vicino alle cosche di ‘ndrangheta reggine. Un patrimonio immenso, oggi passato alla Stato, di 25 milioni di euro in cui rientrano anche conti bancari e immobili.

Una operazione dei militari del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, con l’ausilio di personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica–Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri.

Cellini, al quale è stata riconosciuta la pericolosità sociale e la contiguità alla ‘ndrangheta, è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

Lo spessore criminale del medico era emersa nell’ambito dell’operazione “Sansone” - condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria - nel corso della quale il professionista, all’epoca medico responsabile e legale rappresentante della cooperativa Anphora che gestiva la clinica “Nova Salus”, di Villa San Giovanni, era risultato vicino a Pasquale Bertuca, capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, al quale aveva dato la propria disponibilità al ricovero, presso la struttura sanitaria, di soggetti mafiosi, per consentire l’accesso a trattamenti penitenziari meno pesanti rispetto al carcere.
Coinvolto anche nell’operazione “Meta” - condotta dal Ros dei carabinieri – nel cui ambito erano emersi i rapporti con il boss calabro-milanese Giulio Giuseppe Lampada e con il politico Alberto Sarra, unitamente ai quali progettava la costruzione - mai avvenuta - di una clinica nella frazione di Gallico, all'interno di una proprietà dello stesso Lampada. A Carico di Cellini anche diversi procedimenti penali scaturiti da contestazioni fiscali e tributarie.

In tale contesto, si inseriscono anche le dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia – ed in particolare quelle fornite da ultimo da Giuseppe Liuzzo -, che certificano collegamenti tra Cellini e la ‘ndranghetarisalenti già ai primi anni Novanta, quando il medico avrebbe effettuato prestazioni sanitarie agli allora latitanti Pasquale Tegano e Giovanni Tegano, nonché a favore di Vincenzo Zappia.
Le indagini hanno consentito di ricostruire il complesso dei beni di cui il medico di Villa San Giovanni e il suo nucleo familiare potevano disporre, direttamente o indirettamente - nell’ultimo trentennio -  accertando la sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, motivo per il quale, nel 2018, la Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, aveva sequestrato l’ingente patrimonio accumulato, affidando la gestione di Nuova Salus ad amministratori giudiziari.

Con il provvedimento di oggi viene disposta nei confronti di Francesco Cellini la confisca del patrimonio a lui riconducibile, stimato in circa 25 milioni di euro e costituito dall’intero compendio aziendale (comprensivo delle quote e di 13 immobili) delle società “Anphora Cooperativa Sociale a r.l.” (compresa la clinica “Nova Salus”), “Nuova Anphora s.r.l.” e “Nova Salus s.r.l. in liquidazione” con sede a Villa San Giovanni; due fabbricati a Villa San Giovanni; rapporti bancari, polizze assicurative e disponibilità finanziarie.

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