Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Locri, coppia sequestrata dall'Anonima nel 1981: per lo Stato non sono vittime

La stagione dei sequestri di persona è una ferita ancora aperta per la Calabria e, in particolare, per la Locride. In questo lembo di terra, infatti, si trova quello che gli inquirenti definirono come il “triangolo dei sequestri” tra Platì-San Luca-Natile di Careri. L'Aspromonte come luogo di prigionia per molti imprenditori del Nord, ma anche per molti figli di Calabria. E mentre il covid 19 ha aperto le porte del carcere per molti condannati per sequestri di persona avvenuti tra la fine degli anni '60 a metà degli anni '90, c'è chi attende ancora una risposta dello Stato per ottenere il riconoscimento di vittima dell'Anonima sequestri calabrese.
È il caso di Maria Antonietta Raschellà e Carlo Speziale. I due fidanzati di Locri sono stati sequestrati nel luglio del 1981 nei pressi della zona archeologica della città di Zaleuco. Lei giovane studentessa in odontoiatria a Siena, figlia del dottore Aldo Raschellà, ufficiale sanitario e dentista; lui giovane promettente studente in medicina figlio del professore Raffaele Speziale, preside dell'Istituto Magistrale di Locri. Il loro è stato il 77esimo sequestro di persona dal 1965.

I due fidanzati sono rimasti nelle mani dell'Anonima sequestri per poco meno di 80 giorni, dal 25 luglio all'11 ottobre del 1981. Sono stati liberati alla periferia di Santa Cristina d'Aspromonte. Alcuni giorni prima del loro rilascio il dottore Raschellà ha consegnato un rilevante riscatto. Dopo aver concluso gli studi, si sono sposati e vivono insieme in Emilia Romagna. A distanza di 39 anni, però, la richiesta di riconoscimento quali vittime di mafia è ancora in sospeso.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio

Caricamento commenti

Commenta la notizia