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La messa nonostante i divieti a Filadelfia, il prete si difende: "Numero limitato di fedeli"

La notizia che nella domenica delle Palme diversi fedeli di Filadelfia abbiano preso parte alla Santa Messa celebrata da don Giovanni Primerano nella chiesa di Santa Barbara patrona della città continua a fare discutere.

Sui social si moltiplicano i commenti quasi tutti negativi nei confronti di quei fedeli che contravvenendo alle misure anti Covid 19 si sono recati in chiesa per ascoltare la Messa e ricevere la Comunione. Don Giovanni che da oltre 40 anni è il parroco della chiesa madre di Santa Barbara da noi sentito ha spiegato di non avere visto in chiesa durante la celebrazione della Messa agenti della Polizia municipale e Carabinieri e di avere appreso in un secondo momento che si stava procedendo alla identificazione dei partecipanti al sacro rito.

«Non sono del tutto d'accordo che in questo periodo le chiese debbano rimanere chiuse - ha sottolineato l'anziano sacerdote - se i fedeli sentono la necessità di pregare è giusto che lo facciano prendendo le dovute precauzioni. Sono mortificato del fatto che in questo momento ci sono persone che mi accusano di avere violato le misure anti Covid 19, a loro rispondo che una persona non può essere condannata se non viene prima ascoltata. Piuttosto mi sento disturbato per quelle persone che spontaneamente sono venuti in chiesa e che ora devono subire le conseguenze del caso».

Entrando nel merito della vicenda Don Giovanni ha detto che all'inizio della celebrazione della Messa i fedeli entrati in chiesa da una porta secondaria erano in tutto sette, successivamente se ne sono aggiunti altri quattro, si è trattato di persone che abitualmente frequentano la parrocchia e mi danno una mano. La Diocesi, ha specificato inoltre il sacerdote, "non ha mai detto che non bisogna partecipare ai riti della Settimana Santa, purché il numero dei partecipanti sia limitato. In ogni caso se sarò anch'io messo in quarantena da sacerdote accetterò la decisione sottoponendomi alle misure del caso».

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro

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