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Coronavirus in Calabria, contagio lento ma la curva è in risalita: tutti i numeri della regione

Dopo giorni di incrementi davvero bassi, per quanto riguarda i contagiati, la Calabria ieri ha vissuto una giornata di salita per certi versi inaspettata sui nuovi positivi da coronavirus nella regione.

Si è passato infatti da una curva ascendente di appena 1,09% del sabato, quando i casi segnalati erano stati appena 8, al 7,29% di domenica, con 54 positivi in più rispetto al giorno precedente. Da 741 si è passati, secondo il bollettino della Regione, a 795.

Un incremento che ha “tolto” alla Calabria un primato che deteneva da un paio di giorni, ovvero quello della minor percentuale di contagiati in relazione agli abitanti: sabato “soltanto” lo 0,038% dei calabresi aveva contratto il virus, adesso si è passati allo 0,041%, con lo scettro che è passato alla confinante Sicilia (0,040%), anche se l’Isola era già virtualmente in testa tra le Regioni più popolose.

Detto questo, la situazione calabrese rimane, almeno fino ad ora, di relativa tranquillità e non c'è stata la tanto temuta "ondata" dell'esodo dal nord delle prime settimane di marzo, ma non è ancora finita. Anzi.

E infatti il campanello d’allarme di domenica deve far capire che non è assolutamente arrivato il momento di rilassarsi. C’è da capire il perché di questa impennata, se si sia trattato di un caso isolato o diventi un trend vero e proprio. Anche vero che le percentuali, con numeri ancora bassi, possano considerarsi relative, ma sono comunque utili come termometro tangibile della situazione.

C'è poi la "scalata" di Cosenza e provincia: anche qui numero bassi di casi (230) ma ieri ha avuto un’impennata del 12,75%, e gli esperti dicono che in incrementi oltre il 10% devono essere attentamente monitorati.

Dopotutto, Cosenza è la seconda provincia della Regione dopo Reggio Calabria con più persone attualmente in regime di “quarantena” (2546), dunque un numero non certo banale che può diventare un rischio non da poco. Il "balzo in avanti" dei positivi, d’altro canto, come sottolineano gli esperti, potrebbe essere dettato da un altro fattore, cioè il notevolissimo aumento dei tamponi effettuati dalle varie aziende sanitarie in questi ultimi giorni. In tutto ne sono stati processati 11.537 ma adesso si viaggia ad una media di 800-900 tamponi al giorno, mentre prima quelli effettuati erano la metà o anche meno. Dunque, un tempo di risposta sicuramente migliorato e una capacità diagnostica che si è messa a pari passo con Regioni più grandi e popolose.

Ci sono delle situazioni che comunque preoccupano la sanità locale. Il focolaio, tragico, della Rsa di Chiaravalle “Domus Aurea, per esempio, dove ieri è deceduta una donna di 89 anni che si trovava ricoverata nel policlinico universitario di Catanzaro. Sabato erano decedute altre due ospiti della struttura ormai trasferite all’ospedale Pugliese del capoluogo calabrese.

Si fa sempre più tragico il bilancio, con 14 ospiti deceduti. In più la Calabria è una regione dove ci sono molte “zone rosse”. Oltre a Fabrizia, sono "chiusi" i comuni di Montebello Jonico, Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria; San Lucido, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano e Bocchigliero, in provincia di Cosenza; Serra San Bruno (Vibo Valentia); Chiaravalle Centrale, Soverato, Cenadi, Torre di Ruggero e Vallefiorita (Catanzaro) e Cutro (Crotone). Insomma, i numeri premiano ancora gli sforzi della Calabria ma abbassare la guardia in un momento del genere potrebbe rivelarsi devastante per la sanità regionale, e non solo.

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