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La statua rimossa a Guardavalle, i Gallace: non sapevamo nulla

«Non eravamo a conoscenza, così come anche tante altre istituzioni del territorio dell’incisione, fino alla messa in onda del servizio». A parlare così è la famiglia Gallace di Guardavalle, a proposito della discussa targa recante l’incisione “dono della famiglia Gallace” posta ai piedi della statua raffigurante il patrono Sant’Agazio che, fino al dicembre scorso, era posizionata davanti al municipio, divenuta un caso nazionale dopo la messa in onda del servizio di “Striscia la notizia”, approdato anche in Parlamento con un’interrogazione della deputata Wanda Ferro di Fratelli d’Italia.

In una lettera firmata e indirizzata sia al sindaco Pino Ussia che al comandante della Stazione di Guardavalle Massimo Scalinci, alcuni componenti della famiglia Gallace, ritenuta dagli inquirenti una delle più potenti locali di ’ndrangheta, con ramificazioni in Lombardia e Lazio, hanno espresso il loro disappunto per l’intera vicenda e per quelle che definiscono strumentalizzazioni mediatiche, avvenute dopo la messa in onda del servizio dell’inviato Vittorio Brumotti, secondo le quali «tutti soggetti portatori di questo cognome – scrivono i firmatari – venivano chiaramente qualificati come delinquenti e capaci di imporre alla cittadinanza financo un simbolo di religiosità».

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