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Badge e foglio di presenza? Ecco come venivano aggirati al poliambulatorio di Taurianova

I dipendenti degli uffici del poliambulatorio di Taurianova entravano e uscivano senza dare conto a nessuno. Il paradosso è che per certificare le presenze sul posto di lavoro nella struttura di via Cavour non c'era solo un modo, ma addirittura due: il badge e il foglio delle presenze. Un sistema che a prima vista potrebbe sembrare difficile da aggirare, ma che nel polo sanitario taurianovese veniva aggirato senza nessun problema.

Almeno così sostengono le Fiamme gialle che hanno portato a termine l'operazione, coordinata dalla Procura di Palmi, nella quale sono rimaste coinvolte 38 persone: 13 destinatarie di una misura personale dell'obbligo di firma alla polizia giudiziaria e i restanti 25 indagati a piede libero.

Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Palmi è ricostruito in maniera puntuale quel sistema senza regole, nel quale ognuno decideva quando doveva lavorare e quando no, senza la necessità di rispettare disposizioni e orari.

«È bene puntualizzare - si legge nell'ordinanza - l'analisi acquisita il 21 luglio 2016 e le risultanze emerse dall'attività di video ripresa hanno permesso di chiarire che diverse erano le tipologie di rendicontazione delle presenze in servizio e delle ore di lavoro effettive, rimesse peraltro al totale arbitrio del singolo. È bene puntualizzare, preliminarmente, che pur essendo di fatto in uso sua il sistema di rilevazione automatico con apparecchiatura badge, sia il sistema cartaceo con fogli di presenza giornaliero, solo quest'ultimo aveva valore legale».

Secondo gli inquirenti, ciascun dirigente inviava all'ufficio stipendi solo il riepilogo mensile delle presenze, contenente l'indicazione “P” o “PP”, a seconda che si trattasse di turno mattutino o anche pomeridiano.

«Dunque - scrivono i magistrati - a prescindere dall'orario effettivo di ingresso o uscita dal servizio e dalla fruizione di permessi o pause da parte di ciascun dipendente, tutti venivano retribuiti come se avessero svolto integralmente e consecutivamente l'orario di lavoro contrattualmente previsto. Viceversa, non si tenevano in considerazione né il foglio di firma (nei casi in cui veniva annotato anche l'orario di lavoro) né i tabulati delle apparecchiature di rilevazione automatica (laddove utilizzati)».

L'analisi compiuta dagli investigatori sui singoli uffici che hanno sede nel polo sanitario rivelerebbe una serie di anomalie sulle modalità di annotazione di entrate e uscite. Prendiamo ad esempio l'ufficio “GRU” settore stipendi e pensioni: «…Per ciò che attiene l'ufficio in questione - scrive il pm - è d'obbligo stigmatizzare sin da subito il comportamento fraudolento di due impiegati, Carmelo Silvio Legato e Domenico Macrì, i quali… si coprivano l'un l'altro, in modo che a turno uno tra i due risultasse presente il pomeriggio, nonostante l'assenza sul posto di lavoro». Un esempio che vale anche per le altre componenti della struttura.

Non avrebbe fatto eccezione l'ufficio distaccato del Distretto sanitario tirrenica. «In quest'ufficio - aggiunge il pubblico ministero - fino al mese di marzo (compreso) il metodo usato per la rendicontazione delle presenze lavorative era inesistente, difatti gli impiegati che facevano capo al predetto non utilizzavano né la rilevazione automatica né il registro di firme giornaliero».

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