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Blitz di 'ndrangheta, lo storico legame con i Piromalli garantiva gli affari

Legami forti, temprati dal tempo e dalla comune appartenenza a “mamma ’ndrangheta”. I Mancuso sono rimasti punto di riferimento nel panorama criminale della provincia di Vibo Valentia non sono solo perché appartengono all’“aristocrazia” della ’ndrangheta, ma anche per gli intensi rapporti con i clan più potenti del reggino, tra tutti i Piromalli di Gioia Tauro e i Pesce e Bellocco di Rosarno.

Nell’ordinanza di custodia cautelare “Scott-Rinascita” gli inquirenti hanno “scomodato” anche il primo storico pentito della criminalità organizzata calabrese, Giuseppe Scriva da Rosarno.

Rapporti storici risalenti nel tempo e suggellati anche da molti affari. Come dimenticare gli investimenti dei Piromalli a Parghelia, tramite gli imprenditori Comerci. Investimenti e soldi per tutti, grazie all’amicizia tra i due casati di ndrangheta delle due province confinanti. Di questo parla anche un altro collaboratore di giustizia, Cosimo Virgiglio.

Tra il 26 giugno 2014 e il 12 agosto 2017, durante il quale Luigi Mancuso si sottrae volontariamente alla sorveglianza speciale rendendosi irreperibile, sono stati monitorati gli spostamenti del boss, ricostruita la sua rete di “assistenza” e documentato il suo relazionarsi costante con tutte le cosche che a lui facevano capo e con quelle del Reggino.

«Il riferimento va al mantenimento dei rapporti con i “Piromalli” di Gioia Tauro – scrivono gli inquirenti – già documentati, giudiziariamente». È così che gli investigatori, tenendo d’occhio i picciotti del clan Mancuso arrivano al Cin Cin bar di Vibo, dove registrano un serie di incontri con emissari del clan Piromalli.

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