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Riportare il Nibbio reale nei cieli dell'Aspromonte, il piano del Parco

Riportare nei cieli aspromontani il Nibbio reale. È questo l’obiettivo di un progetto promosso dal Parco nazionale dell’Aspromonte. Con la firma della convenzione, il Parco è ufficialmente capofila, per la prima volta, di un progetto transnazionale nell’ambito dei finanziamenti Life Nature and Biodiversity. Una importante progetto per l’Area Protetta, ma anche un grande impegno che attende, da oggi e per i prossimi sei anni, lo staff dell’Ente Parco con l’obiettivo di riportare nei cieli aspromontani il Nibbio reale, un uccello rapace che da tempo non nidifica più nel nostro territorio.

"Un progetto ambizioso - conferma il direttore Sergio Tralongo - come d’altra parte tutte le azioni a finanziamento europeo, perchè si occupa di una specie minacciata a livello globale, tanto che il nostro LIife Milvus, questo il nome dell’intervento, coinvolge partner italiani, come la Regione Calabria, che si occuperà delle misure di conservazione dei siti che dovranno accogliere i nibbi rilasciati ed E-Distribuzione, che metterà in sicurezza le linee elettriche dell’area, ma anche stranieri, in particolare il CEN (Conservatoire d’Espaces Naturel Corse), un’associazione della Corsica che fornirà il suo bagaglio di conoscenze ai tecnici italiani, oltre a intervenire per favorire la tutela della specie nell’isola".

"Da non trascurare - aggiunge - il prezioso ruolo affidato alla Regione Basilicata, che consentirà, dopo le opportune verifiche, il prelievo in natura dei giovani nibbi che saranno liberati in Aspromonte, il Comune di Roghudi, che ospiterà sul suo territorio la stazione di ambientamento degli animali da rilasciare e una delle stazioni di alimentazione per i rapaci, e l’Arma dei Carabinieri che, attraverso il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari, assicurerà l’azione con i suoi Nuclei cinofili antiveleno a tutela dei rapaci". Numerose le azioni previste dal Life Milvus, come sottolinea Antonino Siclari, responsabile del progetto per l’Ente Parco: "Innanzitutto, si interverrà per eliminare il rischio di estinzione della specie dalla Calabria, dove oggi il numero di coppie nidificanti si aggira tra 15 e 20. Verranno dunque reintrodotti individui giovani provenienti dalla Basilicata, supportando l’operazione con la creazione di alcune stazioni di alimentazione finalizzate a mantenere la fedeltà al sito da parte degli animali e favorire la nascita di un nucleo riproduttivo stabile. Contemporaneamente, si agirà contro i rischi dovuti all’elettrocuzione, ossia alla mortalità dovuta alla presenza di linee elettriche, e alla prevenzione dei fenomeni di avvelenamento".

Secondo il vice Presidente dell’Ente Parco, Domenico Creazzo: "Il progetto, nei suoi tanti e complessi obiettivi, evidenzia anche come la presenza del Nibbio reale, che si spera ritrovi presto popolazioni vitali in Aspromonte, possa rappresentare un ulteriore richiamo turistico, a vantaggio degli operatori del territorio; l'abbiamo detto più volte: l’azione dell’Area Protetta, a stretto contatto con chi vive e lavora nel Parco, punta a incrementare sempre più il turismo sostenibile, ricchezza delle nostre zone e speranza per il futuro. L’Ente Parco ci crede, vogliamo che questa nostra visione sia sempre più condivisa". Giovedì 7 novembre, alle 17, presso il salone delle Conferenze dell’Università Mediterranea a Reggio Calabria, il direttore Sergio Tralongo illustrerà i contenuti del Life Milvus, nell’ambito del ciclo di conferenze organizzato insieme al Touring Club Italiano, Club di Territorio di Reggio Calabria, e al Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dell’Università Mediterranea.

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