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Gioco online e 'ndrangheta: cade l'accusa di associazione mafiosa

Cade l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nel processo d'appello "Black Monkey". Secondo la Corte bolognese non era un gruppo legato alla 'ndrangheta a fare profitti con le slot, ma un'associazione "semplice". E questo ha comportato una riduzione delle condanne e alcune assoluzioni per i 23 imputati, che in gran parte erano stati condannati in primo grado per associazione mafiosa. Tra questi, il boss, nel frattempo divenuto un collaboratore di giustizia, Nicola Femia, che passa da 26 anni e 10 mesi a 16 anni.

E' una sentenza che arriva a meno di una settimana da quella della Cassazione sul procedimento "Mafia Capitale", che non ha confermato le accuse di mafia, ex articolo 416 bis, per Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e i loro collaboratori. Per il giornalista Giovanni Tizian, parte civile nel processo bolognese, "a questo punto il problema sarà allora capire cosa è mafia e cosa no, che ce lo spiegassero - ha commentato a caldo - così potremmo capirlo meglio tutti".

Il collegio della Corte d'Appello, presieduto dal giudice Luca Ghedini, ha accordato un forte sconto di pena in primis a Femia, ma riduzioni di pena sono arrivate anche per i suoi figli Rocco Maria (da 15 anni a 10 anni e 2.500 euro) e Guendalina (da 10 anni e 3 mesi a 5 anni). Per quanto riguarda alcuni degli altri imputati che avevano ricevuto le pene più pesanti, per il genero di Femia, Giannalberto Campagna, la condanna è scesa dai 12 anni e 2 mesi comminati in primo grado ai 7 anni decisi dai giudici d'Appello. Anche Domenico Cagliuso ha ottenuto uno "sconto", da 15 a 10 anni. Più che dimezzata, da 9 a 4 anni, anche la pena per Rosario Romeo, all'epoca dei fatti ispettore della Squadra mobile di Reggio Calabria. Altri quattro imputati, invece, sono stati assolti.

Revocati anche i risarcimenti disposti in primo grado per le parti civili, tra cui Giovanni Tizian, la Regione Emilia Romagna, vari Comuni e l'associazione Libera. Resistono quello da 500mila euro per l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e quello da 200mila euro per Sistema gioco Italia. Tizian, al quale Femia in una intercettazione del 2011 faceva riferimento con un altro indagato dicendo "gli spariamo in bocca", era presente in aula alla lettura della sentenza. "E' caduta l'associazione mafiosa - ha detto il Tizian - ma ovviamente faremo ricorso in Cassazione, anche la Procura generale immagino. Per me resta la gravità di un'organizzazione che per gli elementi sicuramente ha a che fare con le organizzazioni mafiose". La Procura generale valuterà se fare ricorso, dopo aver letto la motivazione della sentenza da cui si capirà il ragionamento fatto dai giudici.

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