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'Ndrangheta, aumentano i pentiti in Calabria: sono 176, dieci le donne

Centosettantasei pentiti, di cui dieci donne e undici soggetti di origine straniera. Ma a livello generale, è «l'incremento delle ammissioni alle misure di protezione» il dato più «rilevante», tenuto conto che «la 'ndrangheta, storicamente, è un'organizzazione a base fortemente familiare, pertanto poco incline al fenomeno della collaborazione di giustizia».

A livello numerico, la 'ndrangheta è oggi la terza organizzazione criminale come numero di collaboratori di giustizia, preceduta da camorra con 504 e cosa nostra con 258, seguita invece dai clan pugliesi con 167. A certificare l'aumento delle collaborazioni di ex componenti di 'ndrine e locali è l'ultima “Relazione sulle misure di protezione per i collaboratori di giustizia, la loro efficacia e le modalità generali di applicazione” presentata al Parlamento dal Ministero dell'Interno.

L'istantanea è fissata a fine 2018, quindi i numeri potrebbero ulteriormente essere variati negli ultimi mesi grazie a qualche altro “pentimento” gestito dalle Dda di Reggio e Catanzaro, oltre che da altre Procura antimafia che in tutt'Italia si addentrano nelle attività criminali della 'ndrangheta.

D'altronde, anche in quest'ultima relazione viene cristallizzata la pericolosità e la diffusione della criminalità di matrice calabrese: «Dal suo peculiare punto di osservazione - si legge nel documento - la Commissione centrale per le misure di protezione ha potuto verificare l'incidenza della 'ndrangheta nel traffico, anche internazionale, di stupefacenti (settore in cui mantiene una posizione di supremazia) e negli ambiti delle energie rinnovabili, della depurazione delle acque e dell'assistenza ai migranti (nei quali, di recente, ha allargato il proprio raggio di azione).

Tale organizzazione si caratterizza, inoltre, per la conquista del monopolio di interi settori dell'economia legale e per l'espansione nelle regioni del Nord Italia e nei Paesi esteri (in Europa, Nord America e Australia)». Ed ecco il passaggio strettamente dedicato ai pentiti: «Le dichiarazioni di stampo collaborativo hanno contribuito a far emergere la capacità di tale organizzazione criminale di coinvolgere negli affari esponenti della politica, delle istituzioni e delle professioni.

Inoltre, dall'ascolto di collaboratori e testimoni di giustizia, è emerso che la 'ndrangheta ha evoluto le proprie modalità di azione arrivando a proporre scambio di droga in bitcoin ai colombiani e ottenendo un rifiuto da questi ultimi che non sapevano come utilizzarli. Altra novità appresa ha riguardato la creazione, nell'Italia settentrionale, di una startup che attraverso il crowdfounding in bitcoin ha raccolto 126 milioni di euro in 3 ore».

A livello generale, il fenomeno del “pentitismo” ha sempre avuto un andamento incostante, arrivando a toccare minimi storici tra il 2006 e il 2008, per poi ricominciare a crescere fino a raggiungere - al 31 dicembre 2018 - quota 1.189 collaboratori di giustizia sparsi in tutto il Paese. Sempre al secondo semestre del 2018, ammonta a 4.586 unità il numero dei familiari sotto protezione. Un piccolo “esercito” che costa ogni anno milioni di euro.

Per render l'idea, è di oltre 44 milioni l'esborso per il secondo semestre 2018, così ripartito: 10 milioni 306mila euro (pari al 23,32% del totale); 23 milioni 31mila euro (52,10%) per locazioni di appartamenti; 2 milioni 34mila euro (4,60%) per assistenza legale; 781mila euro (1,77%) per spese mediche; 1 milione 847mila euro (4,18%) per alberghi; 5 milioni 349mila euro (12,10%) per spese varie; 92mila euro (0,21%) per spese di giustizia; 763mila euro (1,73%) per trasferimenti.

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