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Calabria, l'Anac "scagiona" i dirigenti regionali accusati dalla ex responsabile Anticorruzione

Mentre è ancora tutta da chiarire la stramba vicenda della rotazione “differita” dalla giunta regionale per cui si attende un parere da parte dell’Anac, l’autorità nazionale dell’Anticorruzione ha inviato altri interessanti documenti pervenuti ai piani alti della Cittadella.

Lo scorso 25 settembre una “riservata” – di cui è venuto a conoscenza il sindacato Csa-Cisal – ha posto fine ad uno spinoso caso sottoposto al vaglio degli uffici romani. Il Consiglio dell’Autorità, riunitosi lo scorso 18 settembre, esaminando tutte le informazioni e la relativa documentazione, ha “scagionato” i componenti dell’Ufficio procedimenti disciplinari tacciati dalla Responsabile regionale dell’Anticorruzione pro tempore di non aver fatto il proprio dovere e di scarsa collaborazione con la stessa.

Si legge nel documento come sia «emerso che per nessuno dei dipendenti in esame – fatta eccezione per due dipendenti già oggetto di altro procedimento di vigilanza – sussisteva l’obbligo di adottare un provvedimento espresso di applicazione della misura della rotazione straordinaria».

Le accuse della Responsabile, si ricorderà, avevano avviato il procedimento dell’Anac sfociato nella delibera 608 del 3 luglio di quest’anno. Un momento delicatissimo per la Regione Calabria. Un fatto che aveva fortemente minato l’immagine e la credibilità dell’Ente, che aveva messo in pubblica piazza gli scontri interni alla burocrazia regionale.

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