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Turchia-Calabria, la nuova tratta senza controllo per i migranti

Scortati dal pattugliatore “Cappelletti” della Guardia di finanza sono sbarcati nel porto da un piccolo veliero 60 migranti pakistani. Era l'1,30 della notte tra sabato e domenica. Intercettato alcune ore prima in acque internazionali, una volta entrato in acque territoriali, 6 miglia al largo di Capocolonna, lo scafo è stato affiancato e fermato dai finanzieri.

È il settimo sbarco avvenuto sulla costa ionica dall'inizio di settembre - analizza la Gazzetta del Sud in edicola -: il 3 a Le Castella approdati in 53; il 6 a Cirò in 57; il 9 a Crotone in 41; l'11 a Le Castella in 56; il 14 a Roccella in 74; il 21 a Brancaleone in 41; il 22 appunto a Crotone in 62.

È inoltre il 62esimo sbarco dall'inizio del 2018 sulla costa jonica fra Calabria e Puglia, per un totale di 3.852 migranti approdati (curdi irakeni e iraniani, siriani, afghani, pakistani). Ma non chiamateli “sbarchi fantasma”: sono vivi, veri, soprattutto tanti.

Quei 3.852 profughi sbarcati sono un numero significativo, se raffrontato ai 947 migranti salvati dalle navi delle Ong, intorno ai quali è stato allestito dal passato Governo il teatrino dei porti chiusi. Lungo la costa ionica calabro-pugliese sbarcavano a migliaia, mentre si girava dall'altra parte chi mostrava la faccia feroce nel Canale di Sicilia. Nello Ionio fra Turchia e Calabria non ci sono gommoni semi-affondati, ma lussuosi yacht rubati.

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