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Guardavalle, la latitanza del boss Francesco Riitano ritenuta strategica per gli affari del clan

La sua latitanza era strategica. Per i carabinieri del nucleo investigativo di Catanzaro, che per mesi gli hanno dato la caccia, la decisione del broker della ‘ndrangheta Francesco Riitano, 39 anni, di sfuggire al mandato di cattura del gip del Tribunale di Milano nell'ambito dell'operazione denominata “Area 51” era funzionale agli interessi della compagine criminale di cui è elemento di spicco, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola.

Quella compagine criminale che aveva come basi strategiche e di coordinamento Guardavalle nel Catanzarese e Arluno nel Milanese dalle quali veniva gestito un traffico internazionale di droga con agganci in Sudamerica e in Europa. Era importante probabilmente per la cosca Gallace, nella quale Riitano è pienamente inserito anche in virtù degli stretti legami di sangue con il boss Vincenzo Gallace, in quanto suo cugino di primo grado (lo stesso soprannome “Cicciariello Andreacchio” riprende il cognome materno che è lo stesso della madre del capoclan), che il giovane e rampante broker continuasse la sua attività criminale.

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