Il porto di Gioia Tauro rappresenta ancora una delle rotte preferite dai trafficanti internazionali di stupefacenti, ma ha perso il primato di scalo privilegiato per l'ingresso della cocaina proveniente dal Sud America cedendo il passo ad altri terminal sul Mediterraneo e a quelli del Nord Europa.
L'analisi delle dinamiche geo-criminali è della Dia, come scrive la Gazzetta del Sud in edicola. Le inchieste nel settore degli stupefacenti hanno consentito di disvelare che le cosche reggine, si avvalgono di valide basi logistiche dislocate soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi.
Altro aspetto di rilievo emerso dalle indagini, è rappresentato dal tentativo dei calabresi di pagare i carichi di droga ai referenti sudamericani, in particolare brasiliani, attraverso l'uso di bitcoin, la criptovaluta; operazione non riuscita per l'incapacità dei narcos sudamericani di utilizzare tali strumenti di pagamento innovativi.
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