Sbagliare è umano, perseverare diabolico. Il meccanismo infernale s'innesca ancora una volta a Palazzo Campanella, la sede del Consiglio regionale teatro dell'ennesima indagine della Corte dei Conti che continua a scavare nel calderone delle spese per il funzionamento dei gruppi.
Dal pozzo di San Patrizio, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, continuano a saltare fuori contestazioni, primo atto del procedimento per danno erariale è destinato a sette persone tra politici e dirigenti regionali.
I primi, i politici, sono gli ex componenti dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale Antonio Scalzo, Francesco D'Agostino, Giuseppe Gentile, Giuseppe Neri e Giuseppe Graziano, tutti in carica nel 2015, l'anno sul quale è concentrata l'ennesima inchiesta contabile. I due dirigenti sono invece Luigi Danilo Latella e Carlo Pietro Calabrò rispettivamente dirigente del servizio Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale e segretario generale dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.
È doppio il fronte aperto dalla procuratrice regionale Rossella Scerbo, che chiede adesso conto di un presunto danno per centinaia e centinaia di migliaia di euro. Filo conduttore è l'utilizzo dei fondi destinati, tra il 2011 e il 2012, ai gruppi consiliari.
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