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Sanità e ’ndrangheta, Scura racconta la realtà calabrese: affare da 3,5 miliardi l'anno

L'ex commissario per la sanità calabrese, Massimo Scura

Ha la copertina bianca e rossa, s’intitola "Calabria malata. Sanità, l’altra ’ndrangheta" ed è stato scritto da Massimo Scura, commissario ad acta per la sanità calabrese dal 2015 al 2018.

Sembra un libro ma è molto di più, scrive la Gazzetta del Sud oggi in edicola. Uno specchio in cui guardare il volto nascosto della sanità calabrese, raccontata da chi l’ha visitata e cercata di curare.

Il testo del manager e politico, calabrese d’origine (è nato a Vaccarizzo Albanese, nel Cosentino) ma piemontese e abruzzese d’adozione, è un’analisi impietosa del bubbone sanitario che ingoia voracemente milioni di euro ma conserva anche punte di eccellenza e storie di qualità che Scura non trascura.

«Magistratura e forze dell'ordine sono impegnate ad assicurare alla giustizia chi ammazza, corrompe, truffa o delinque - scrive Scura -. Ma esiste un’altra ’ndrangheta, più subdola e indiretta che si insinua nella vita quotidiana, in particolare della sanità pubblica, un affare da 3,5 miliardi di euro l'anno, quasi il 70% del bilancio regionale».

C'è moltissimo altro nello j'accuse firmato da Massimo Scura (edito da Luigi Pellegrini) che domai sarà presentato alle 17:30 a Cosenza, martedì 21 alle 17:30 a Reggio nella sede del consiglio regionale e il giorno dopo alla stessa ora a Catanzaro nel palazzo della Provincia.

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