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Crotone, il colonnello Leo sull'inchiesta 'Stige': "La locale di Cirò controllava il territorio"

«La locale di Cirò, oltre a controllare il territorio con attività violente come le estorsioni, gestiva settori imprenditoriali redditizi, tra cui il porto di Cirò Marina, il commercio del vino, del pane e dei prodotti caseari e le attività funebri».

In questo passaggio della sua deposizione, durata più di un'ora, il tenente colonnello dei Ros dei Carabinieri Andrea Leo, ha sintetizzato l'ipotesi accusatoria disegnata dagli investigatori coordinati dalla Dda con l'inchiesta “Stige”. L'ufficiale dei carabinieri ha reso la sua testimonianza nella terza udienza del processo scaturito dall'operazione antimafia venuta alla luce la mattina del 9 gennaio 2018 con l'esecuzione di 169 arresti eseguiti da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.

L'attività investigativa fece luce su una presunta commistione tra la 'ndrina dei Farao-Marincola di Cirò, alcuni esponenti della politica locale ed il mondo dell'imprenditoria. Inoltre, in seguito all'inchiesta furono sciolti per infiltrazioni mafiose i Comuni di Cirò Marina, Strongoli, Casabona e Crucoli.

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