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No al concerto in chiesa per ricordare il biologo ucciso, polemiche a Limbadi

“Il motivo del diniego è che don Ottavio Scrugli ha paura ed ha ragione ad averne, ma non è giusto il suo comportamento che riteniamo non ammissibile”. E’ questo l’amaro commento di Alfia Milazzo della Fondazione “Città invisibile” di Catania dopo il “divieto” da parte del parroco di Limbadi di ospitare nella Chiesa Madre, dopo un anno dalla tragica morte di Matteo Vinci, il concerto in ricordo del biologo limbadese.

Molto amareggiata la responsabile della Fondazione. “Considerando che il territorio subisce questa pressione da parte dei clan – afferma – ci rendiamo conto che il sacerdote ha i suoi motivi a precludere l’ingresso dell’orchestra dei ragazzi in chiesa, ma non ha ragione. Stiamo parlando di ragazzi dai sette ai diciassette anni, tranne uno, quindi la maggior parte tutti minori. Il rifiuto alla loro esibizione da parte di questo uomo che non giudichiamo ma il cui comportamento non approviamo, ci ha molto dispiaciuti perché ci rendiamo conto che la morte di Matteo Vinci non è un fatto avvenuto in un’isola o in un deserto dove casi del genere non si ripeteranno più, al contrario, le paure della gente del paese dimostrano che, invece, c’è uno stato di allerta”.

La motivazione del parroco che si sarebbe confrontato prima con i suoi superiori, sarebbe stata quella che “la chiesa è un luogo di culto e non si presta ad altre manifestazioni”.

“Ormai abbiamo risolto diversamente – afferma Sara Scarpulla, madre di Matteo –. Il Comune ci ha concesso i locali dove poter ricordare nostro figlio. Ma non c’è alcun problema perché la Chiesa verso la quale non ho mai avuto niente in contrario non è l’unico luogo sacro, anche la nostra casa è un luogo sacro. Per qualche tempo ho anche frequentato la chiesa evangelica. La mia famiglia da sempre è credente, ma non amiamo identificarci con una religione in particolare. Anche Matteo era così. Personalmente ho sempre letto la Bibbia e continuo a leggerla perché ho Cristo nel mio cuore e tutti siamo uomini non perfetti”.

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