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Obbligo di dimora per Oliverio, la parola passa alla Cassazione

Mario Oliverio

L’attesa snervante. La Corte di Cassazione esaminerà il ricorso presentato dagli avvocati Armando Veneto ed Enzo Belvedere mercoledì prossimo.

Quel giorno i giudici di legittimità valuteranno se confermare o annullare il provvedimento con cui il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha ritenuto sussistenti e valide le ragioni per mantenere sottoposto all’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio.

Il governatore è finito sott’inchiesta insieme a una sfilza di tecnici, funzionari e all’imprenditore Giorgio Barbieri a capo del colosso aziendale (ora in profonda crisi) che s’aggiudicò i lavori di costruzione dell’avveniristica piazza Bilotti a Cosenza, dell’aviosuperficie di Scalea e della modernissima cabinovia della stazione sciistica di Lorica.

Si tratta di opere finanziate con denaro pubblico e rispetto alle quali sarebbero stati compiuti, ad avviso dei magistrati inquirenti, atti illeciti grazie all’apporto fornito da dirigenti pubblici e tecnici privati proprio con il fine di avvantaggiare il gruppo imprenditoriale. Ad Oliverio vengono contestati episodi di abuso d’ufficio connessi agli stati di avanzamento concessi, appunto, all’impresa di costruzioni.

Non solo: il governatore è pure indagato per corruzione perchè avrebbe chiesto all’impresa, in cambio della concessioni di finanziamenti relativi ai lavori della cabinovia silana, di andare a rilento con l’opera pubblica - piazza Bilotti - che stava invece sorgendo nel capoluogo bruzio. Ciò con lo scopo di danneggiare politicamente il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto.

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