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Il pizzo sull'appalto della rete fognaria di Vibo, Puntoriero va ai domiciliari

Vincenzo Puntoriero

Ha lasciato il carcere per i domiciliari nella propria abitazione di località Colamaio a Pizzo. Il Tribunale di Catanzaro ha infatti accolto la richiesta avanzata dall'avvocato Salvatore Staiano e dall'avvocato Vincenzo Cicino, sostituendo, in riforma dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale ed escludendo le aggravanti, la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari nei confronti di Vincenzo Puntoriero, 64 anni, originario di Rosarno ma residente a Vibo Valentia.

Lo scorso febbraio Puntoriero era rimasto coinvolto, assieme ad altri indagati, nell'operazione 'Mbasciata. Al centro dell’inchiesta i tentativi estorsivi che sarebbero stati fatti nei confronti di due fratelli, imprenditori edili di Arena, impegnati in alcuni lavori per il ripristino della rete idrica e fognaria a Vibo Valentia. Lavori per poter svolgere “tranquillamente” i quali gli indagati in diverse occasioni – tre gli episodi contestati a Pisano e uno a Puntoriero – avrebbero avvicinato i due imprenditori presentandosi come una sorta di “mediatori” per conto di alcuni “amici di Vibo”, cercando di convincere i due fratelli a pagare una mazzetta di duemila euro, ovvero circa il 5% dell’importo dell’appalto.

Pressioni che però non hanno sortito l’effetto desiderato considerato che gli imprenditori di Arena anziché piegarsi alla richiesta hanno subito denunciato tutto ai carabinieri della Stazione del loro paese. E proprio dai militari di Arena – guidati dal maresciallo Valerio Oriti – l’indagine è partita e l’inchiesta è stata successivamente sviluppata con il supporto dei carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Serra San Bruno – comandata dal capitano Marco Di Caprio – e il coordinamento della Dda.

Un coinvolgimento quest’ultimo in quanto, secondo gli inquirenti, gli “amici di Vibo” per i quali i due indagati raggiunti da misura cautelare in carcere si sarebbero mossi, altri non sarebbero che esponenti del clan Lo Bianco, la cui esistenza è stata certificata dagli esiti del procedimento scaturito dall’operazione “New Sunrise” (Nuova Alba), nell’ambito del quale – come sottolineato dal pm distrettuale Andrea Mancuso – è stata affermata, tra le altre, la responsabilità penale, quali appartenenti alla cosca, di tre persone, le stesse che risultano indagate a piede libero nell’operazione ’Mbasciata non avendo il gip ritenuto sussistente la gravità indiziaria per l’arresto nei loro confronti.

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