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Cosenza, il contabile pentito della cosca: così il consigliere Greco pagava il boss

Luciano Impieri

L’«esattore» pentito. Luciano Impieri è stato indefesso accumulatore di capitali per conto della “Nuova famiglia” di Cosenza guidata dal boss ergastolano Maurizio Rango. L’uomo, ora collaboratore di giustizia, ha consegnato ai magistrati inquirenti il “libro mastro” delle tangenti.

Impieri, infatti, teneva ben in ordine, fin quando è rimasto nel giro, i conti della consorteria annotando nomi e cognomi dei “contribuenti” con accanto le somme versate da ciascuno di loro.

Delle vessazioni subite da alcune delle vittime non s’è mai avuto concreto sentore: nel senso che si sarebbero adeguate alla “tassa ambientale” senza battere ciglio e, soprattutto, senza mai sporgere denuncia. Secondo il pentito «pagavano e basta».

Impieri, tuttavia, ha reso confessione anche in relazione ad una vicenda, della quale non è stato diretto protagonista, che riguarda i presunti rapporti avuti da uomini della cosca cui apparteneva con esponenti della politica e, tra questi, con il consigliere regionale ed ex sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco.

Nei verbali depositati dal procuratore Pierpaolo Bruni nell’udienza preliminare in cui l'esponente politico, fondatore del Movimento Italia del Meridione, è imputato, Impieri parla d’un fatto del passato. Si tratta di una presunta dazione di denaro - 20.000 euro - che Greco avrebbe fatto al defunto boss cosentino Michele Bruni, per ottenere sostegno elettorale.

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