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Migranti, Lucano: "San Ferdinando è un cattivo esempio, Riace è il modello da imitare"

Mimmo Lucano

’incontro con Mimmo Lucano avviene in un centro commerciale di Siderno. È casuale, ma anche per questo – forse – più significativo. Un incontro a qualche giorno dalla tragica vicenda della baraccopoli di San Ferdinando. L’ex sindaco di Riace ci tiene subito a evidenziare «la gravità di questa ennesima morte annunciata». Questo – aggiunge – è ciò che capita «quando si accolgono i migranti con un “sistema” sbagliato: l’esatto contrario del “modello Riace” che si è voluto distruggere». A Rosarno «una vera segregazione razziale, e gli immigrati vengono utilizzati come lavoratori in nero sotto l’egida della mafia; a Riace avevamo dato dignità alle persone che avevamo accolto e ciò aveva contribuito a ridare vitalità al paese».

L’occasione è opportuna per parlare della situazione di Riace e del futuro dell’ex sindaco. Qual è adesso la situazione di Riace? «Prima erano in 500, adesso sono rimasti in 90. Ma mi auguro che la situazione, se pure lentamente, migliori. Sarebbe una brutta cosa se il lavoro fatto in tanti anni venisse buttato alle ortiche». Ma perché questa “chiusura” da parte del Viminale nei confronti del “modello Riace”? «Non lo so. Io non ho nulla contro il ministro Salvini anche se non condivido le sue idee. Sono appena rientrato da Campobasso dove ho incontrato l’arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini e ho partecipato a un convegno proprio per parlare del “modello Riace” al cospetto di una grande folla. Qualcuno mi ha persino domandato se io sono “l’anti-Salvini”. Mai una cosa più lontana da me. Sono semplicemente portatore delle mie idee. Forse l’unica colpa è che queste idee sono condivise da molta gente.

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