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Omicidio Pagliuso a Lamezia, gli avvocati di Scalise chiedono la nullità dell'interrogatorio

L'auto in cui è stato uccio l'avvocato Pagliuso

Si è svolto ieri mattina nel carcere di Terni, in rogatoria, l'interrogatorio di garanzia di Luciano Scalise, accusato insieme al padre Pino di essere il mandante dell'omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso. I legali di Scalise, gli avvocati Piero Chiodo e Antonio Larussa, hanno eccepito la nullità dell'interrogatorio di garanzia, in quanto il Gip non ha contestato gli elementi indiziari a carico dell’imputato, relativamente al conferimento del mandato omicidiario. Il giudice di Terni ha poi rimesso gli atti al Gip di Catanzaro, che adesso dovrà decidere se accogliere o meno le richieste dei legali di Luciano Scalise.

Secondo la Dda di Catanzaro l’omicidio Pagliuso, «fu commissionato perché era dagli Scalise ritenuto responsabile di aver agevolato e favorito il capo della cosca rivale Domenico Mezzatesta, sia nel processo che vedeva quest’ultimo, insieme al figlio Giovanni (classe 74, ndr) responsabile del duplice omicidio di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo» (soggetti legati a doppio filo alla cosca Scalise), sia nel periodo della latitanza di Domenico Mezzatesta (ritenuto il boss dell’omonima cosca), latitanza durante la quale veniva ucciso Daniele Scalise (il 28 giugno 2014), figlio di Pino e anch’egli elemento di spicco della sua consorteria».

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