Avrebbero sfruttato gli immigrati facendoli lavorare in condizioni disumane. Con questa accusa il Gup del Tribunale di Cosenza ha rinviato a giudizio quasi tutti indagati coinvolti nell’inchiesta della Procura di Cosenza che individuò presunti caporali in un centro di accoglienza di Camigliatello Silano e in alcune aziende agricole. Inchiesta che, nel maggio del 2017, portò all’esecuzione di sei misure cautelari (due in carcere e quattro ai domiciliari) e a otto obblighi di dimora.
Le indagini (coordinate dal procuratore capo Mario Spagnuolo, dall’aggiunto Marisa Manzini e condotte dal sostituto Giuseppe Cava con il supporto dei carabinieri) erano partite dalla denuncia di un immigrato, che è stata poi confermata dal racconto di altri migranti. Dopo diverse udienze preliminari, ieri mattina il Gup Pietro Santese ha rinviato a giudizio Vittorio Francesco Imbrogno, Giorgio Luciano Morrone, Luca Carucci, Pietro Cortese, Franco Provato, Gianluca Gencarelli, Renato Gabriele, Giuseppe Gabriele, Giorgio Gabriele, Vincenzo Perrone, Salvatore Perrone, Vincenzo Paese e Ferruccio Celestino.
Per loro il processo prenderà il via il prossimo 2 maggio davanti al Tribunale collegiale di Cosenza. Prosciolto, invece, Fabio Aurelio Gabriele. Giampaolo Serra e Fulvio Serra hanno scelto invece il rito abbreviato e sono stati condannati a 6 mesi di reclusione e al pagamento di 20mila euro di multa. Per loro è stata esclusa l’aggravante del particolare dello sfruttamento; poi sono stati assolti per un altro capo di imputazione.
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