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Riace, chiusa l’inchiesta su Lucano. Il sindaco: "Sono tranquillo, prevalga la coscienza"

Domenico Lucano

La procura di Locri ha chiuso le indagini nei confronti del sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano ed altre 30 persone nell’inchiesta su presunte irregolarità nella gestione dell’accoglienza dei migranti nel comune di Locri. Lo scrive la Gazzetta del Sud. La procura contesta a Lucano anche associazione per delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione.

Lucano era stato posto agli arresti domiciliari il 2 ottobre scorso, poi revocati e sostituiti dal divieto di dimora a Riace, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Nell’avviso di conclusione indagini, tuttavia, gli vengono contestati reati più gravi per i quali il gip non aveva accolto la richiesta d’arresto: associazione per delinquere, truffa, falso, concorso in corruzione, abuso d’ufficio e malversazione.

Lucano, nell’ambito dell’inchiesta Xeniac condotta dai finanzieri del gruppo di Locri, era stato posto agli arresti domiciliari il 2 ottobre scorso - poi revocati il 16 ottobre e sostituiti dal divieto di dimora a Riace - con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Nell’avviso di conclusione indagini, tuttavia, il pm di Locri Michele Permunian contesta anche i reati più gravi per i quali il gip non aveva accolto la richiesta d’arresto.

Al riguardo la procura ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame che non è stato ancora discusso. La procura ipotizza nei confronti di Lucano anche reati legati alla gestione dei finanziamenti erogati da Ministero dell’Interno e Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l’accoglienza. I 31 indagati avranno adesso la possibilità, entro 20 giorni, di depositare documenti a proprio discarico e di chiedere di essere sottoposti a interrogatorio.

«Sono tranquillo con la mia coscienza perché non ho fatto niente, anzi ho cercato di aiutare umanamente e non mi sono approfittato di nulla neanche sul piano economico. Non ho proprietà né conti correnti, come ho detto sin dal primo momento. Dopo tanto tempo hanno potuto verificare tutto su di me. Mi auguro che prevalga la coscienza». Così Domenico Lucano ha commentato all’Ansa la notizia dell’avviso di conclusione indagini ricevuto dalla procura della Repubblica.

«Gli avvocati - ha aggiunto - mi hanno detto che è un fatto normale anzi è positivo perché hanno chiuso e vuol dire che non ci sono altre cose e che quelli sono i capi di imputazione. Tutti gli accusati dicono che sono innocenti, è un fatto automatico quindi mi sembra talmente scontato che non lo voglio nemmeno dire. C'è chi ci giudica e sapranno loro cosa fare».

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