La guerra delle disperazione si combatte ormai da giorni in ogni angolo di questa terra. Una guerra che rischia di portare altra fame in una regione depressa e senza speranze. Dal Pollino allo Stretto il destino di 4.500 lavoratori è nelle mani della politica.
Un destino che si gioca sui tavoli di Roma e Catanzaro. La loro sopravvivenza, e quella delle loro famiglie, è strettamente legata a quella di tanti piccoli Municipi dove gli ex Lsu-Lpu sono stati impiegati consentendo agli enti (a corto di finanze) di funzionare ugualmente, garantendo i servizi essenziali alle popolazioni. Senza di loro, ci ritroveremmo davanti al crac dei borghi più remoti.
L’opzione della stabilizzazione dei precari è rimasta fuori dall’agenda di governo. Un buio che permane anche dopo la scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti, con una sola proposta sottoscritta da 14 parlamentari grillini - come riporta la Gazzetta del Sud oggi in edicola - che, però, non sembra strutturata adeguatamente nella parte della copertura economica.
Ci ha provato sui titoli di coda, anche il senatore del Pd, Ernesto Magorno, a inserirlo tra le “cose da fare”. Ma c’è un problema che può costituire un vizio di forma: l’atto arriva dai banchi dell’opposizione e resterà fuori dal programma di governo.
La disperazione riporterà i precari sulle barricate. Questa mattina, si ritroveranno alle 9, nelle aree degli svincoli dell'A2 a Rende (Cosenza Nord) e Villa San Giovanni, ufficialmente per manifestare, per levare pubblicamente lamenti, gride disperate, richieste d’aiuto. Un presidio che potrebbe trasformarsi in altro.
Il rischio è che la manifestazione possa abbandonare la rotatoria e risalire lungo la rampa per spezzare in due la Salerno-Reggio Calabria e, quindi, l’Italia. E la stessa cosa potrebbe avvenire a Sud, allo svincolo di Villa San Giovanni.
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