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Trapianti, l'ospedale Annunziata di Cosenza supera il record

Una sala operatoria

Lo si potrebbe definire, pure, miracolo quello che si è realizzato, nel giro di pochi anni, nel centro trapianti dell’Annunziata. A patto da non chiamare in causa enti soprannaturali, però. Perché di soprannaturale, d’inspiegabile, non v’è nulla in questa storia di sacrifici e tenacia: non v’è nulla che non possa essere svelato di quest’avventura iniziata nel 1995.

Tutto l’iter può essere compreso. Ci sono i numeri che raccontano, con evidenza, le varie tappe di questo percorso che, per varie vicissitudini, non è stato sempre rose e fiori. Adesso è chiaro: basta scorrere col dito le cifre del bilancio, ancora parziale, dell’anno che s’appresta a chiudere i battenti, per rendersi conto che le storie di malasanità e di emigrazione sanitaria sono una verità parziale. Sedici trapianti in un anno (eseguiti dall’équipe chirurgica coordinata dal dottore Sebastiano Vaccarisi) rappresentano un numero apprezzabile.

La cifra, poi, è ancora più evidente se si scorre la colonna complessiva del centro di trapianti regionale di cui fa parte pure il “Riuniti” di Reggio Calabria. In questo caso si sale a trentadue in totale (e l’anno non è ancora terminato), che fa superare a pieni voti – il centro trapianti nazionale aveva fissato l’asticella, il cosiddetto standard, a trenta – l’esame a questa regione definita, sempre più spesso a torto che ragione, il fanalino di coda della sanità nazionale.

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