Tre intimidazioni in meno di un mese. Così Reggio si risveglia in un autunno dal clima “caldo”, almeno sul fronte della criminalità organizzata.
La città calabra si ritrova al centro di un periodo di fuoco in cui è stato alzato il tiro da ambo i lati, nella lotta fra potere mafioso e apparati dello Stato. Da un lato le intimidazioni in aumento in centro città, dall’altro lo Stato che prova a impegnarsi come ha dimostrato la recente visita del premier Conte.
Era il 15 novembre quando Reggio si è risvegliata dopo un attentato incendiario che ha distrutto un negozio di prodotti per celiaci. In pieno centro le fiamme hanno distrutto il locale e hanno anche scatenato una forte reazione della società civile.
Una grande manifestazione in cui i cittadini hanno provato a far sentire il loro sdegno contro una criminalità che prova a schiacciare le iniziative imprenditoriali.
Lo Stato è presente. Il 23 novembre il premier Conte fa un velocissimo tour in Calabria e ribadisce l’impegno nella lotta alla ‘ndrangheta. La promessa è simboleggiata dalla firma del capo del Governo sul registro della cittadinanza consapevole, all’interno della prefettura di Reggio.
Passano pochi giorni, è il 28 di novembre, e un’altra attività commerciale, questa volta un bar, viene preso di mira. Anche qui siamo in pieno centro città e il ritrovamento di una tanica di benzina lascia pochi dubbi sulla matrice dolosa.
Nuovo mese, nuove intimidazioni. Dicembre si apre con il ritrovamento di una bottiglia incendiaria davanti a una boutique di Reggio. E la conta sembra destinata ad aumentare, anche perché, hanno sostenuto più volte gli inquirenti, in pochi sono ancora disposti a parlare.
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