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Esondazione del Crati, la Procura di Castrovillari apre un fascicolo

Esondazione del Crati
Esondazione del Crati

La Procura ha richiesto l’acquisizione degli atti in merito alla nuova alluvione causata dal Crati e che ha messo in ginocchio gli abitanti delle contrade di Thurio e Ministalla. Stando a quanto trapela dagli uffici dell’ultimo piano del Tribunale di Castrovillari, il capo dei pubblici ministeri, Eugenio Facciolla, vorrebbe vederci chiaro su questa seconda, recente, esondazione del Crati.

La prima, che inondò di fango e detriti il Parco archeologico della Sibaritide facendolo rimanere interdetto al pubblico per quasi cinque anni, è datata gennaio del 2013. E se mentre allora si ruppe l’argine sinistro, stavolta è toccato al limite destro cedere alla furia delle acque. La notte tra giovedì e venerdì, infatti, la potenza della portata delle acque del fiume, amplificata dalle copiose piogge di questi giorni, ha allagato le due contrade del comune di Corigliano Rossano.

Non è chiaro nemmeno se la diga di Tarsia, che mitiga le acque del fiume, fosse aperta o chiusa al momento della piena. «Sono da stamattina al lavoro con la prefettura e stiamo monitorando la situazione – aveva dichiarato il Procuratore nelle ore immediatamente successive alla tragedia – cerchiamo di capire oltre a cosa è successo perché l’allargamento continui a causa dell’acqua che non defluisce e tanta che ancora ne arriva da monte».

Parole che a distanza di giorni hanno ancora eco poiché, se la maggior parte delle famiglie alluvionate è riuscita a tornare nelle case, non c’è pace per i quasi quaranta residenti di Thurio che vivono nell’area immediatamente vicina a quella dove il fiume Crati ha sfondato l’argine.

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