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Violenza alle donne, in Calabria 482 episodi di maltrattamenti quest'anno

Sono stati finora 482 nell'anno in corso gli episodi di maltrattamenti contro familiari e conviventi in Calabria, 515 gli atti persecutori e di stalking, 94 quelli di violenza sessuale. Questi i numeri ufficiali, ma il "sommerso" è enorme.

Nonostante il lieve calo rispetto al 2017, in linea con quello nazionale, restano drammatici i dati "interforze" resi noti dal questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, alla tavola rotonda del circolo "Catanzaro 1871" presieduta da Paola Gualtieri e moderata dall'avvocata penalista Adele Manno, sui silenzi e le parole in storie di quotidiana violenza raccontate da tre protagoniste nel contrasto al fenomeno.

Come la stessa Di Ruocco, che ha illustrato all'evento (presente anche il Soroptimist di Catanzaro) l'efficacia dell'ammonimento del Questore nei confronti degli autori di episodi di violenza e insistito sulla necessità della denuncia a fronte del preoccupante silenzio di tante "illuse" che sperano in un cambiamento del loro carnefice, mentre in realtà "le cose non cambiano anzi peggiorano e dobbiamo capirlo al primo schiaffo".

Ad aprire uno squarcio su un familismo opaco e impenetrabile la testimonianza del procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, che ha raccontato le storie intrecciate di due donne "sottoposte a violenza in quanto donne" all'interno del rozzo e brutale mondo della 'ndrangheta, di cui una sola riesce a salvarsi dopo aver rotto il silenzio e dunque "grazie alla parola che può modificare il verso di una vita". Storie che Manzini ha voluto condividere nel suo libro "Fai silenzio ca parrasti assai", mentre la presidente del Centro calabrese di solidarietà, Isolina Mantelli, ha raccontato l'attività di supporto della struttura "Mondo Rosa" che accoglie le donne vittime di violenza in fuga dai loro mariti o persecutori appartenenti a ogni strato sociale.

Mantelli ha invocato una giustizia più rapida nel definire i provvedimenti per togliere la patria potestà ai genitori violenti e testimoniato le carenze di un sistema che costringe le case rifugio a respingere tante donne e i loro bambini per mancanza di posti, invitando l'universo femminile a fare di più per coloro che spesso vengono lasciate sole se non addirittura mal giudicate dalle "donne nemiche delle donne".

La versione integrale dell'articolo nell'edizione di domani

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