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Gatti morti avvelenati per le vie di Tropea: "Colpa delle esche per topi"

Esche avvelenate a Tropea

Cresce la preoccupazione per il moltiplicarsi dei casi di gatti avvelenati per le vie di Tropea.

La causa di quella che sta assumendo dimensioni emergenziali, è la presenza di numerose esche avvelenate per topi disseminate per le vie della città. A lanciare l’allarme sui social network, anche con immagini forti, era stato per primo Agostino Macchione, convinto animalista che sta tentando di sensibilizzare la cittadinanza ai problemi degli amici a quattro zampe attraverso le pagine del suo profilo.

Dopo aver curato tantissimi animali, Macchione ha lanciato un vero e proprio appello al sindaco Giovanni Macrì. E il primo cittadino ha preso immediatamente visione della questione, cercando di intervenire su più fronti.

Innanzitutto, in qualità di responsabile della salute pubblica, ha lanciato un allarme a quei cittadini che portano a passeggio propri bimbi: «La questione è molto grave – ha spiegato il sindaco – ed è necessario che i genitori prestino la massima attenzione ai propri figli, anche perché un bimbo di 2 o 3 anni potrebbe facilmente scambiare la bustina e il suo contenuto colorato per una caramella».

Le esche avvelenate sono infatti disseminate un po’ dappertutto in quei quartieri della città in cui sono presenti colonie di gatti.

La presenza di un alto numero di felini in paese rappresenta un grattacapo storico per tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni, ma per Macrì «non è questo il modo di rispondere al problema, semmai sarebbe necessario programmare in modo serio una campagna di sterilizzazione». Ciò che è certo, è che chi ha gettato qua e là le bustine, non si deve essere reso conto dei rischi a cui espone i bambini, oltre che gli animali. Un gesto da ritenersi sconsiderato anche nel caso in cui sia stato compiuto con l’intento di uccidere i topi.

«Per gli interventi di derattizzazione – ha aggiunto Macrì – ho già contattato l’Asp, a cui ho chiesto informazioni dettagliate».

Il primo cittadino ha poi puntualizzato che «non è questo il modo di fare le cose, mentre l’Azienda sanitaria potrà farlo limitando al massimo i rischi», inserendo cioè le esche solo in determinati punti, non raggiungibili dai bimbi, e inserite in dei contenitori in modo che non possano nuocere nemmeno ai cani e ai gatti. Il sindaco esorta quindi l’artefice del gesto a non dare seguito alla sua azione e spiega di aver contattato i carabinieri, ai quali ha chiesto di prestare attenzione anche a questa situazione nella loro opera di monitoraggio del territorio.

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