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A Caulonia sparisce una statua del '700 dal convento di Sant'Ilarione Abate, è giallo

Una statua lignea settecentesca che raffigura Sant'Ilarione Abate è stata rubata da ignoti nel convento dedicato al Patrono di Caulonia comune della Locride. A dare notizia del furto è stato padre Frederic Vermorel, eremita di origini francesi che da un trentennio vive in solitudine nell'antico romitorio, durante una celebrazione eucaristica a conclusione di un pellegrinaggio di fedeli.

Il trafugamento dell'effigie del Santo, a cui tutta la comunità è legata, denunciato ai carabinieri appena rilevata l'assenza della statua dalla sua collocazione nella sagrestia del monastero, risalirebbe alla vigilia di Ferragosto. A favorire il furto sarebbe stato il fatto che la chiesetta rimane sempre aperta per accogliere quanti, anche occasionali visitatori, vogliano raccogliersi in preghiera.

Visitatori cresciuti in modo esponenziale negli ultimi anni grazie alla presenza nelle vicinanze delle cascate del fiume Allaro. La notizia del furto ha provocato incredulità nei tanti fedeli, tra i quali molti gli emigrati fuori regione o all'estero devoti al Santo Patrono Sant'Ilarione Abate e che rientrano in paese per partecipare all'annuale pellegrinaggio.

«La notizia del furto della statua lignea settecentesca di Sant'Ilarione, conservata nell’omonimo Eremo nel territorio del comune di Caulonia, mi addolora profondamente. Se un furto è sempre un male verso chiunque venga perpetrato, è ancora più grave se riguarda un oggetto sacro, che appartiene al patrimonio storico-culturale ed alla fede di una Comunità». Lo afferma, in una nota, il, vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva.

«Si tratta di un furto sacrilego - continua il presule - che offende il sentimento religioso e la fede del popolo devoto di
Caulonia e di tutta la diocesi. Questo gesto sacrilego mi preoccupa perché come Chiesa sentiamo la responsabilità della cura e custodia di un patrimonio storico-culturale e religioso molto importante; d’altra parte, non vogliamo trasformare le nostre chiese, luoghi di preghiera e di ascolto della Parola di Dio, in musei con ridotti e rigidi orari di apertura e chiusura. Chiedo a chi ha compiuto il grave gesto di ravvedersi e di riportare la statua nella chiesetta dell’Eremo abitato e custodito da Fr. Frédéric Vermorel, che ha trasformato il luogo in uno spazio di silenzio, ascolto e preghiera; luogo che cura con amore, coinvolgimento personale e totale gratuità».

«La statua di Sant'Ilarione - sostiene ancora mons. Oliva - rappresenta un bene che non arricchisce chi lo ha rubato, ma impoverisce gravemente il patrimonio religioso di tutta la Comunità».

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