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Narcotraffico tra Calabria e Lombardia, 17 condanne e un'assoluzione

tribunale milano

Diciassette condanne da uno a tredici anni e un’assoluzione. Si è concluso così il processo con rito abbreviato nei confronti di diciotto imputati ritenuti parte di una rete di narcotrafficanti attiva tra la Calabria e la Lombardia, capace di infiltrarsi anche all’aeroporto di Malpensa. L’inchiesta della Dda di Milano, denominata Area 51, a maggio 2017 aveva sgominato un consistente traffico di stupefacenti gestito da persone ritenute vicine alla cosca Gallace di Guardavalle, attiva anche sul litorale laziale, in Piemonte e Lombardia.

Sabato sera la sentenza del gup del Tribunale di Milano che ha portato alla condanna di Damiano Emanuele, 13 anni e 8 mesi; Alfio Di Mare, 12 anni; Raffaele Procopio, 10 anni e 4 mesi. Nicola Guido, condannato a 9 anni e 4 mesi; Saverio Gualtieri, 8 anni e 8 mesi; Agazio Samà, 8 anni e 4 mesi come il fratello Nicola; ad Agazio Vetrano sono stati assegnati 7 anni e 8 mesi di carcere; quasi 8 anni per Francesco Maiuolo; 6 anni e 8 mesi per Marcello Andreacchio. Più leggere le pene per Nicandro Augello (4 anni e 5 mesi), Antonio Berardi (4 anni e 5 mesi 5 oltre a 12mila euro di multa), Francesco Gualtieri (4 anni e 8mila euro di multa); Davide Mazzerbo (4 anni e 12mila euro di multa); Claudio Muccari (5 anni e 4 mesi oltre a 20.000 euro di multa); Bruno Palamara (3 anni e 4 con 10mila euro di multa); Antonio Traettino (1 anno e 9 mesi). Assolto invece Antonio Ferrandu. Diverse le assoluzioni per singoli capi d’accusa emesse nei confronti di alcuni imputati. Rimane latitante Francesco Riitano, parente dei Gallace e ritenuto l’uomo di collegamento tra la cosca e i trafficanti sudamericani.

Le tappe dell’inchiesta sono state scandite da un’attività investigativa serrata e composta da diverse attività d’indagine e provvedimenti poi confluiti in un unico filone che, ad avviso degli inquirenti, avrebbe inquadrato una rete di narcotrafficanti capaci di muoversi a livello internazionale per procurarsi cocaina dal Sudamerica da rivendere sui redditizi mercati del Nord. Le basi principali del presunto sodalizio sarebbero state in Lombardia, ad Arluno (vicino Milano), e a Guardavalle in Calabria, sulla fascia ionica catanzarese.

Le auto dei presunti corrieri avrebbero fatto la spola in diverse occasioni trasportando, all’interno di doppiofondi metallici realizzati da officine compiacenti, consistenti quantità droga (alcuni sequestri di coca superavano i 30 Kg) o ingenti quantitativi di soldi. Gli investigatori sono infatti riusciti a individuare flussi di contante per un milione e mezzo di euro che sarebbe dovuto servire, nel solo 2016, per acquistare una partita di cocaina da fornitori colombiani: una tranche da 490mila euro sarebbe stata in consegna a Barcellona, un’altra da 360mila a Utrecht, in Olanda.

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