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Settimana della critica, il miglior cortometraggio è del calabrese Antonio La Camera

Premiato «Le memorie perdute degli alberi». Una storia visionaria e potente, nel cuore della foresta amazzonica

Il regista castrovillarese Antonio La Camera

«Las memorias perdidas de los árboles» (Le memorie perdute degli alberi), cortometraggio del regista, calabrese di Castrovillari, Antonio La Camera, ha vinto alla 38. Settimana Internazionale della Critica il premio per il miglior film cortometraggio nell’ambito della 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Questa l’appassionata motivazione della giuria: «Per aver immaginato un’esperienza sensoriale, un viaggio allucinogeno, una vertigine psichedelica. Ma soprattutto per averci condotto attraverso un'esplorazione emotiva intensa, che commuove e meraviglia, trascendendo il dato di natura fino al cuore umanissimo della sofferenza e della perdita», parole che accompagnano il premio della giuria della Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI).
Nel cuore della foresta amazzonica peruviana, due alberi si risvegliano nella notte e intraprendono un viaggio spirituale alla scoperta di un passato in cui erano due bambini fratelli. Una coproduzione Italia/Spagna, prodotta da Playlab Films in co-produzione con Waterclock Production, Naffintusi, Il Varco cinema, Oudeis Pictures e con la partecipazione degli sponsors Etirya e Galileo Figarò ltd, realizzata nella foresta amazzonica peruviana nell’ambito dell'esclusivo CreatorsLab guidato dal maestro del cinema contemporaneo Apichatpong Weerasethakul. Qui la natura più incontaminata mette in contatto il lato più umano e oscuro dell’uomo, quello della solitudine e della depressione, per poi attivare un percorso sensoriale catartico sospeso tra onirico e surreale.
«Durante il primo giorno di scouting nella foresta, mi sono imbattuto in due alberi, un shihuahuaco e un lupuna, cresciuti uno di fianco all’altro in una piccola radura, parzialmente isolati dal resto della foresta – racconta il regista La Camera –. Ispirato dal tema da sviluppare nel workshop, ovvero “una conversazione”, ho immaginato lunghe chiacchierate notturne tra i due alberi avvenute nei decenni in cui i due sono cresciuti vicini come fratelli. Subito capii che volevo girare anche con due bambini in modo da esplorare il tema principale sia dal punto di vista della natura che da quello dell’essere umano».
Non due storie separate, dunque, ma i medesimi protagonisti in separati momenti della loro esistenza spirituale. Due fratelli che esistono in tempi e forme diverse, seppur entrambe terrene. Un ritorno alla natura e all’umana sete di memorie perdute, di consapevolezze lucide che si fanno spazio nel delirio dei ricordi.

Chi è Antonio La Camera

Antonio La Camera (1990), dopo essersi laureato con lode in Cinema e Arti della Visione al DAMS dell’Università Roma Tre, ha frequentato i corsi di regia e sceneggiatura alla scuola di cinema "Sentieri Selvaggi". Ha continuato la sua formazione al Corso di Alta Specializzazione in Regia Cinematografica “Fare Cinema” diretto dal Maestro Marco Bellocchio e tenuto dai Manetti Bros. I suoi cortometraggi «Carne e Polvere», «Il Sogno del Vecchio» e «Nel Ritrovo del Silenzio» sono stati proiettati in oltre 100 festival nazionali e internazionali, tra cui il Future Film Festival organizzato dal British Film Institute. Ha vinto oltre 30 riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui il premio alla miglior regia assegnatogli dall’Istituto Italiano di Cultura di Budapest.

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