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La docuserie “Donne di Calabria”. Un bel progetto, ma su un canale... che non c’è

Sei episodi di 50 minuti, in cui sei star del cinema italiano raccontano altrettante donne calabresi dalla vita straordinaria, che hanno lasciato il segno nei luoghi in cui hanno vissuto, delineando ciascuna una moderna femminilità

Peccato che sia stata annunciata la messa in onda su un canale Rai che ancora non esiste. Rai English, annunciato lo scorso anno (e di cui è stato nominato un direttore, Fabrizio Ferragni), al momento non è stato attivato (non si sa nemmeno su quale LCN del digitale terrestre andrà), né esiste un palinsesto, ma sappiamo che il primo frutto dell’idea della compianta presidente della Regione Calabria Jole Santelli (a parte l’imbarazzante spot di Muccino, col suo codazzo di polemiche) ne sarà un programma qualificante: è stata presentata alla Festa del Cinema di Roma “Donne di Calabria”, docuserie in sei episodi di 50 minuti, in cui sei star del cinema italiano raccontano altrettante donne calabresi dalla vita straordinaria, che hanno lasciato il segno nei luoghi in cui hanno vissuto, delineando ciascuna una moderna femminilità. Un progetto coprodotto dalla Fondazione Calabria Film Commission e da Anele.

Protagoniste sei donne impegnate su più fronti, narrate attraverso tante testimonianze: Tea Falco racconterà Caterina Tufarelli Palumbo, di Nocara (Cosenza), prima donna sindaco d’Italia nel Comune calabrese di San Sosti; Marianna Fontana la scrittrice e giornalista Clelia Romano Pellicano, campana di nascita e gioiosana d’adozione, tra le pioniere del femminismo italiano; Eleonora Giovanardi la giornalista ed intellettuale femminista reggina Adele Cambria; Margareth Madè illustrerà l’impegno della catanzarese Jole Giugni Lattari, prima donna calabrese eletta in Parlamento nel Msi; Rocio Munoz Morales e Camilla Tagliaferri rispettivamente Rita Pisano, di Pedace (Cosenza), sindaco e attivista sociale, ritratta da Picasso nel quadro “Le jeune fille de Calabre”, e Giuditta Levato, contadina di Albi (Catanzaro), prima vittima della lotta contro i latifondisti.

La serie è dedicata alla Santelli, scomparsa il 15 ottobre dello scorso anno, che aveva chiesto a Giovanni Minoli, Commissario straordinario della Film Commission (quella nuova, dal momento che la precedente, diretta da Pino Citrigno, è stata smantellata, malgrado i tanti successi ottenuti dalle produzioni d’autore sostenute), di creare una “fabbrica dei mestieri del cinema” che realizzasse produzioni audiovisive per promuovere il territorio. A tale obiettivo risponderanno – quando verranno costruiti – gli Studios di Lamezia Terme nell’area industriale dell’ex Sir. Lo ha raccontato lo stesso Minoli presentando la serie con la produttrice palermitana Gloria Giorgianni e le attrici Eleonora Giovanardi, Margareth Madè, Rocio Munoz Morales e Camilla Tagliaferri.

«Consapevoli dei tempi di costruzione degli studios, abbiamo deciso di non starcene con le mani in mano – ha detto Minoli – realizzando il progetto a cui la Santelli teneva molto, ossia raccontare in forma di docufiction donne calabresi dalle vite significative ed esemplari per le future generazioni. Lo abbiamo fatto sul modello di “Illuminate”, la docuserie Rai sulle grandi donne italiane prodotta da Gloria».

La Giorgianni ha aggiunto: «È stata una grande sfida dare forma alle diverse storie delle donne di Calabria in modo che potessero parlare col loro esempio non solo a tutto il Paese, ma a tutto il mondo. È questo che dobbiamo esportare nel mondo, uscendo dalle solite tipizzazioni del femminile». Quindi la docuserie uscirà sottotitolata sul canale Rai English, quando questo sarà attivato. Peccato che non si possa vederla prima, in qualsiasi altro canale Rai: per i calabresi (anche contribuenti che dovranno sostenere tutti questi magnifici progetti) sarebbe molto importante e bello.

Un progetto peraltro radicato nel territorio, che ha coinvolto quasi il 50% delle maestranze e professionalità esistenti e numerose realtà locali. A parte il messinese Saverio Tavano e l’abruzzese Maria Tilli, registi degli episodi su Levato e Romano Pellicano (la Tilli ha anche supervisionato l’intero progetto), sono calabresi il direttore della fotografia Pasquale Remi, gli sceneggiatori e i registi Domenico Modafferi, Enzo Russo e Mario Vitale. Location della serie sono state Reggio Calabria, Gioiosa Ionica, Castrovillari, Cosenza e il lago Arvo, il Parco della Sila e il Parco di Capo Colonna.

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