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Il giro d’affari per arrivare a studiare Medicina

Il giro d’affari per arrivare a studiare Medicina

Nel day after dei test d'ammissione a Medicina c'è un grande dilemma che accomuna tutti: «Se mi bocciano cosa farò?». Possibilità da mettere in conto considerato l'alto numero di candidati rispetto ai posti disponibili. Giusto per restare alla Calabria, su 1.601 candidati otterranno il pass soltanto in 230: poco più del 14 per cento. La stragrande maggioranza, dunque, resterà fuori. In ogni caso, niente panico. Le soluzioni per aggirare la mancata promozione sono molteplici. Per coloro che non supereranno lo scoglio dei quesiti a risposta multipla (60 domande in 100 minuti) c'è la possibilità di frequentare corsi singoli su materie ricadenti nel corso di laurea in Medicina.

Le opzioni a Catanzaro

A Germaneto gli aspiranti medici potranno sostenerne un massimo di tre nell'anno accademico che sta per aprire i battenti. Percorso semplice e risultato da non disdegnare per coloro che ambiscono a indossare il camice bianco: ci si iscrive versando un contributo di 75 euro e poi si pagano altri 25 per ogni prova sostenuta. A conti fatti, con 150 euro, è possibile conseguire tre esami che potrebbero tornare utili in futuro una volta che si decida di ritentare l'iscrizione a Medicina (sempre previo superamento dei test). La seconda opzione potrebbe essere l'iscrizione a un corso di laurea che fornisca una buona preparazione nelle materie specifiche del test d’ingresso di Medicina e Chirurgia e poi l'appello all’ex articolo 6 del regio decreto 1269/38. Quest’ultimo sancisce che «gli studenti, in aggiunta agli insegnamenti previsti per il proprio corso di laurea, possono iscriversi, per ciascun anno accademico, al massimo a due insegnamenti di altri corsi di studio di pari livello e di medesimo ordinamento» e, quindi, consente, almeno sulla carta, alle future matricole di sostenere comunque due esami presso la facoltà di Medicina.

La fuga all’estero

Se nemmeno questa soluzione è la più idonea allora si può sempre tentare la strada di trasferirsi all'estero. In Rete gli annunci fioccano: «Nessun test d’ingresso, assistenza completa, frequenza flessibile», assicura “laurearsiallestero.com”, mentre “studiaremedicinaestero.com” offre «orientamento e assistenza agli studenti per i corsi in medicina e odontoiatria che in Italia sono diventati un obiettivo difficile da raggiungere». Offerte all inclusive in Paesi come Romania, Bulgaria e Albania per provare a raggiungere il sogno di emulare Dr. House. Tutte queste ambizioni hanno un costo: tra rette, trasferimento, test e legalizzazione dei documenti si arrivano a spendere oltre 15mila euro in un anno. La beffa, però, potrebbe essere dietro l'angolo perché non sempre l'utilizzo di queste scorciatoie consente di esercitare la professione di medico nel nostro Paese. Tra le organizzazioni più cercate c'è la “Tutor University”: si tratta di una società che promuove un'istruzione europea e una corsia agevolata per farmacia, odontoiatria, fisioterapia e medicina in Albania, Bulgaria, Croazia, Polonia, Romania e Spagna. Sul portale web sono indicati i principali vantaggi dell'affidarsi alla “Tutor University” come la «verifica settimanale dell'apprendimento delle materie con test, pertanto se si studia bene l'esame finale è molto più semplice, e la grande attenzione e disponibilità del corpo docente nei confronti degli studenti, con un rapporto di reciproca amicizia, fiducia e rispetto».

In questo mare magnum di offerte c'è anche chi ha scelto di trasferirsi autonomamente in un altro Paese. È il caso della ventenne Francesca Golia, originaria di Castrovillari, che tra poche settimane inizierà il secondo anno di Odontoiatria in Romania, a Cluj-Napoca, presso l'Università di Iuliu Hatieganu. Per accedere al corso di laurea non ha sostenuto test d'ingresso ma un esame di inglese. «Tra la retta annuale (6mila euro) e il fitto della casa (altre 4.800 euro) e altre spese varie – spiega – posso dire che restare qui mi costa almeno 15-16mila euro all’anno». Un esborso di non poco conto, insomma, per le famiglie calabresi già costrette (tranne rare eccezioni) a fare i salti mortali per far quadrare ogni mese i conti. Ma chi non sarebbe disposto a importanti sacrifici per vedere soddisfatti le aspettative e i sogni dei propri ragazzi?

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