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Il pericolo in agguato sulla SS 18

Il pericolo in agguato sulla SS 18

La morte corre sulla Statale 18. Centodieci chilometri di insidie. La Tirrena Inferiore da Tortora ad Amantea rimane un tratto pericolosissimo. Per molti versi insicuro.

Un’arteria che taglia in due tanti centri abitati. Gli agglomerati urbani sono cresciuti a dismisura nel corso degli anni. Da un lato le zone marinare dall’altro i paesi. In mezzo la Statale 18.

Tantissimi innesti. A destra e a sinistra. I piani zonali ne hanno trasformato le strade parallele in un nugolo di agglomerati urbani e commerciali. Da aree pressoché deserte o agricole, se si fa eccezione per qualche centro nato proprio lungo cigli della strada, si sono repentinamente trasformate in complessi urbani addossati alla Statale 18.

Gl’incidenti mortali sono divenuti racconti nelle cronache giornaliere. Troppi schianti, da Nord a Sud, senza distinzione. Solo nell’ultima settimana sulla Tirrenica si sono contati un morto e otto feriti gravi. Un’altra persona è invece deceduta a causa di un sinistro avvenuto a fine luglio. Mancano le misure di sicurezza. Gallerie al buio nel tratto che va da Tortora a Praia a Mare. Sempre a Nord desta apprensione il viadotto di Canal Grande a San Nicola Arcella. Anche Italia Nostra ha più volte posto all’attenzione delle istituzioni il problema dei piloni. Per l’Anas non c’è alcun pericolo. Gli ultimi interventi sono durati un mese. Da gennaio a febbraio scorso. Di certo però non hanno interessato quelle crepe infrastrutturali che presenta il viadotto. In questo tratto com’è noto era stato attivato un sistema di lampeggianti con semafori che, in caso di vento forte segnalava il blocco della viabilità sul ponte. Gli anemometri furono installati agli inizi degli anni Novanta e sarebbero dovuti servire ad evitare gli incidenti sui due principali cavalcavia che collegano Praia a Mare e San Nicola Arcella, a causa del forte vento. A pochi mesi dall’entrata in funzione, l’anemometro installato sul viadotto Canal Grande, ricadente nel territorio di San Nicola Arcella, e i semafori collegati hanno smesso di funzionare. E gli incidenti si sono succeduti puntualmente a causa delle forti folate frequenti sul tratto. L’anemometro è uno strumento che serve a misurare la velocità e la direzione del vento e quando supera gli standard previsti invia il segnale al semaforo che di conseguenza si illumina di rosso segnalando agli automobilisti la presenza del pericolo.

Rimanendo a Nord della Tirrena Inferiore, c’è poi la problematica delle gallerie poco o per nulla illuminate (Santo Stefano, Laccata e Vinciolo) sempre nel tratto quasi ai confini con la Basilicata. Così più a Sud, dove s’incontra una galleria ad Acquappesa perennemente al buio. Mentre problemi manutentivi a riguardo di infiltrazioni si sono registrati sempre in territorio di Acquappesa nella galleria di Intavolata poi però portati a soluzione con interventi tampone dell’Anas.

Scendendo più giù verso sud la situazione sembra migliorare anche se il pericolo è sempre dietro l’angolo.

Nell’estremità della Tirrena inferiore cosentina, ad Amantea, il problema è stato per tanti anni rappresentato dal mare che invadeva la strada. I lavori effettuati a ridosso della battigia dovrebbero adesso consentire di percorrerla in sicurezza. Anche se la prova del nove è attesa per questo inverno. Vedremo se i marosi la risparmieranno.

L’aumento dei sinistri in questo periodo è comunque da ascrivere anche alle disattenzioni alla guida e alla velocità eccessiva con cui viene percorsa la Statale 18. I rilevatori di velocità installati in lungo e largo servono a poco. Superati i tratti segnalati dagli autovelox tantissimi chilometri di strada sono pressoché fuori controllo. Un occhio elettronico non svolge in pieno la funzione deterrente in quanto non può fermare all’istante un guidatore ubriaco, privo di patente o senza revisione.

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