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Le “quote rosa” della ’ndrangheta

In manette la criminologa Angela Tibullo e le mogli dei capiclan (già in carcere)

Le “quote rosa” della ’ndrangheta

C’è anche la criminologa Angela Tibullo, reggina di Polistena, tra le sette persone arrestate ieri dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria nel quadro della tranche-due della maxioperazione “Ares” che ha raso al suolo con 45 misure cautelari (compresi i 32 già sottoposti a provvedimento di fermo lo scorso 9 luglio, e adesso raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere; e i 6 rimasti irreperibili già dall’alba della prima retata) le cosche emergenti di Rosarno, capi e gregari delle famiglie emergenti Cacciola e Grasso. La professionista è finita in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e intralcio alla giustizia, con l’aggravante dalle finalità mafiose. Perché – secondo la Dda di Reggio che ha coordinato l’inchiesta – non si sarebbe posta alcun problema a corrompere un perito nominato dal Tribunale, pagandogli una prestazione sessuale con una escort, per redigere una perizia falsa, grazie alla quale sarebbero stati concessi gli arresti domiciliari a un narcotrafficante di Rosarno.

Nell’operazione di ieri sono state arrestate altre tre donne, ai vertici delle ’ndrine emergenti Cacciola e Grasso «con ruoli di rilievo nel perseguimento degli interessi illeciti». A loro venivano affidati pochi, ma delicati e nevralgici incarichi: assistere gli affiliati nella detenzione e nel porto delle armi della consorteria, favorire i contatti fra i membri della cosca, girare le “imbasciate”, dentro e fuori delle carceri, gestire tutte le iniziative imprenditoriali messe in piedi per ripulire i proventi del narcotraffico e delle tangenti. Tra gli arrestati anche un paio di esponenti dell’organizzazione criminale che si occupava delle importazioni di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America. 

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