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Acqua non potabile, allarme a Lido

Acqua non potabile, allarme a Lido

L’avviso è arrivato alle 15, all’esito delle analisi: «Il dipartimento di prevenzione e igiene dell’Asp ha comunicato che l’acqua destinata al consumo umano, prelevata in via Genova, nel quartiere Lido, ha presentato, a seguito di controlli specifici, valori anomali dei parametri di escherichia coli e coliformi totali».

Scatta l’allarme acqua a Lido. Dopo i giorni di disagi per i lavori che hanno lasciato parecchie utenze a secco, ecco che arriva la mazzata dell’acqua non potabile. Nel pomeriggio di ieri il sindaco, Sergio Abramo, ha diramato un’ordinanza a tutela della salute pubblica imponendo il divieto di utilizzo dell’acqua a scopo potabile nella zona compresa fra il quadrivio Nalini e l’incrocio con via Bausan e dalla stessa via Bausan fino al fiume Corace. «Il motivo delle anomalie – aggiungono dal Comune – potrebbe essere stato determinato dalla sospensione dell’erogazione dell’acqua avvenuta nei giorni scorsi. Non appena l’Asp comunicherà i risultati di ulteriori verifiche sarà data immediata comunicazione. Il provvedimento non riguarda le abitazioni della zona servite dalla rete idrica delle Ferrovie né le altre utenze di Lido».

In attesa di sviluppi, si fa sentire il Codacons che chiede «il rimborso dei danni subiti dai cittadini e l’annullamento dei canoni idrici». Perentorio il vice presidente nazionale Francesco Di Lieto: «La vicenda relativa all’acqua non potabile a Catanzaro ha radici antiche e si ripropone ciclicamente. È una vera e propria indecenza che migliaia e migliaia di cittadini siano, da troppo tempo, costretti a convivere con l’acqua inquinata che sgorga dai rubinetti delle proprie case. Acqua che pagano come se fosse potabile. L’acqua – continua Di Lieto – è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e pertanto la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo che si può annoverare tra quelli di cui all’articolo 2 della Carta Costituzionale. Quella “porcheria” che viene fuori dai rubinetti viene fatta pagare a caro prezzo». Su queste basi il movimento dei consumatori chiede «l’annullamento delle bollette inerenti la fornitura idrica sicuramente per i periodi di non potabilità. Riteniamo doveroso – incalza il vice presidente – che il sindaco garantisca, pubblicamente, la doverosa riduzione del canone. I cittadini oramai sono rassegnati a non poter bere l’acqua del rubinetto e dover usare l’acqua minerale (che acquistano) per cucinare o per lavarsi, ma essere costretti a pagarla come se fosse potabile e sopportare, in silenzio, i danni subiti quotidianamente da caldaie, lavatrici e quant’altro è davvero troppo. Pertanto ribadiamo la richiesta che il Comune, fino a quando non sarà garantito un servizio dignitoso, si astenga dal pretendere il pagamento dei canoni idrici ed agisca contro Sorical». Ma non è anora tutto: «A tal fine – conclude Di Lieto – sollecitiamo la convocazione di un Consiglio comunale aperto alla cittadinanza su una questione che attiene alla salute della popolazione».

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