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Estorsione ai familiari di un pentito, 3 arresti

guardia di finanza

Un'estorsione con metodo mafioso ai danni dei due figli del collaboratore di giustizia Rocco Nicola Femia: 250.000 euro, scesi a 50.000, provento di una sala giochi a Roma. Per l'estorsione, avvenuta a Conselice (Ravenna) dove risiedono i familiari del pentito, la Gdf di Bologna e dello Scico ha arrestato tre pregiudicati ritenuti affiliati alla 'ndrina dei Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria). Sono Bruno Filippone, 35 anni, preso a Siderno (Reggio Calabria), Francesco Corrao, 30, rintracciato nel Bresciano a casa della fidanzata, Calogero Lupo, 51, arrestato a Massalombarda (Ravenna) dove risiede. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono firmate dal Gip Gianluca Petragnani Gelosi, su richiesta del procuratore aggiunto Francesco Caleca della Dda felsinea. L'indagine Scramble è partita da dichiarazioni dello stesso Femia, collaboratore di giustizia dalla primavera dopo una condanna a 26 anni, per associazione mafiosa nel settore del gioco illegale, nell'ambito del processo Black Monkey.

Le richieste di denaro, da parte di persone riconducibili al clan dei Bellocco, erano iniziate nel 2011, dirette allo stesso Femia. Dopo un periodo di tregua, e dopo il suo arresto, le richieste erano riprese, questa volta nei confronti dei figli Rocco Maria Nicola, 27 anni, e Guendalina, 34 anni, a loro volta condannati in primo grado nello stesso processo rispettivamente a 15 e 10 anni. In più occasioni, fra il 2015 e il 2016 nelle loro abitazioni a Conselice (Ravenna), i due avrebbero ricevuto minacce e richieste di saldare il 'debito' di 250.000 euro dai tre indagati, che si sarebbero avvalsi - spiega una nota della Finanza - "della forza intimidatrice derivante dal gruppo criminale di stampo 'ndranghetista". A novembre 2016 i due figli di Femia sarebbero stati infine convinti a pagare 50.000 euro in contanti, in tre tranche. A convincerli a fare denuncia alla Finanza è stato, a quanto pare, lo stesso Rocco Nicola Femia, preoccupato per l'incolumità dei figli. Per le attività investigative, le Fiamme Gialle si sono avvalse anche dei filmati delle telecamere di sorveglianza del Municipio di Conselice che, come scrive il Gip nell'ordinanza, hanno "permesso di ricostruire e riscontrare analiticamente la vicenda estorsiva". contestualmente ai provvedimenti cautelari sono state eseguite perquisizioni a Conselice e Massa Lombarda in Provincia di Ravenna, Siderno, Rosarno e Palmi in Provincia di Reggio Calabria e ad Anzio in Provincia di Roma. (ANSA)

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