La mafia non è silente. Non lo è al sud e nemmeno al nord. È così poco silente che nella piazza centrale di Cantù ci sono pestaggi, violenze e soprusi della 'ndrangheta senza alcun ritegno". A parlare è il pm Alessandra Dolci della procura di Milano nel corso della conferenza stampa per la conclusione dell'inchiesta che ha portato a 24 arresti per infiltrazioni della 'ndrangheta nel mondo dell'imprenditoria e della politica in Lombardia. Gli arresti coinvolgono le province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria. "C'è un episodio piccolo ma eloquente - ha continuato il magistrato alla presenza del procuratore Ilda Boccassini e al nuovo comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Luca De Marchis - Il titolare di un bar, dopo l'ennesima consumazione non pagata da parte di esponenti di una famiglia 'ndranghetista, si è presentato nel loro locale per lamentarsi. La risposta è stata semplice: si sono ripresentati nel suo bar, hanno chiesto un vassoio di bevande e hanno rovesciato tutto per terra. In quel momento l'imprenditore non aveva ancora denunciato ai carabinieri. I militari di Cantù hanno fatto un lungo lavoro per convincere le vittime a denunciare, la paura e l'omertà erano sono un muro difficile da rompere". In relazione alla 'gestione' della 'ndrangheta e di una eventuale separazione della "sezione Lombardia", il pm ha spiegato che "al momento la barra resta saldamente in Calabria".