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Otto milioni di americani sognano il tartufo

Otto milioni di americani sognano il tartufo

Dal tavolino del bar ai migliori ristoranti, sino ad approdare sulle pagine del “New York Times”. Per il tartufo gelato di Pizzo la vetrina del prestigioso quotidiano statunitense è sicuramente motivo di orgoglio e per i napitini un gran vanto da esibire. Nella storia illustrata, creata dal disegnatore e giornalista Tony Wolf, si descrivono infatti le origini del “pezzo duro” della gelateria napitina.

Nei disegni di Wolf, è descritta una versione sulle presunte origini del tartufo. Racconta, infatti, a mo’ di fumetto che attorno al 1952, un discendente del re Vittorio Emanuele II era tra gli invitati di un matrimonio che si svolgeva a Pizzo. E qui appare l’ideatore del tartufo, don Pippo De Maria, in quella circostanza nelle vesti di pasticcere addetto alla celebrazione. Poiché non ci sarebbero state le stoviglie e, in particolare piatti e tazze per servire il dessert, è in quella circostanza che don Pippo inventò detta prelibatezza di cioccolato e nocciola, dal cuore di cioccolato fuso, avvolta nella carta da zucchero.

«Forse la storia è un po’ romanzata, ma – sostiene il presidente del Consorzio dei gelatieri artigiani di Pizzo, Domenico Francesco Penna – ciò che conta è che il “New York Times”, che è conosciuto a livello planetario, abbia dato una notizia del genere. I suoi inserti culinari, che vanno in giro per il globo, danno rilievo a prodotti importanti e il fatto che si sia parlato del nostro tartufo direi che è decisamente importante. È – aggiunge Penna – estremamente positivo per tutto il comparto del gelato napitino ed è una pubblicità notevole. I loro critici della cucina, da anni vanno in giro cercando di fare cultura alimentare e numerosi chef di fama internazionale, sono stati recensiti per primi proprio da loro. È una vetrina importante per il “food”. La storia del tartufo è stata letta da otto milioni di newyorchesi. È importante per gli Stati Uniti ed è importante per l’Italia e l’Europa. Il tartufo – conclude il presidente del Consorzio dei gelatieri artigianali – è oramai riconosciuto come dessert alla stregua del tiramisù ed è un’unicità perché non esistono altri dessert di gelato. Stiamo entrando nelle cucine dei migliori chef stellati ed è da traino anche per la notorietà della città».

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