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Rimborsopoli, chiesto il processo

Rimborsopoli, chiesto il processo

Nessuno sconto, né cambio di rotta della Procura di Reggio: dovranno affrontare il processo tutti i politici, e i portaborse, coinvolti nell’inchiesta “Rimborsopoli”, l’operazione della Guardia di Finanza che ha svelato il sistema delle spese allegre con i fondi destinati ai gruppi politici in Consiglio regionale della Calabria (nel corso della X Legislatura tra il 2010 e il 2012).

La richiesta è stata formalmente ribadita ieri davanti al Gup di Reggio, Adriana Trapani, dal procuratore aggiunto Gaetano Paci, che guida il pool composto dai pubblici ministeri Matteo Centini e Francesco Ponzetta. Nel processo “Rimborsopoli 2” sono coinvolti politici di primo piano della recente storia calabrese in Consiglio regionale, tra cui parlamentari ad oggi in carica, ex governatori calabresi, consiglieri regionali con uno scranno nell’attuale consiliatura o dai trascorsi sugli scranni di Palazzo Campanella, portaborse.

Per la Procura di Reggio dovranno affrontare il giudizio anche il senatore Giovanni Bilardi, i deputati Ferdinando Aiello e Bruno Censore, Vincenzo Ciconte (che proprio ieri è uscito fuori dalla corsa per sindaco di Catanzaro dopo aver perso il ballottaggio), Sandro Principe, Giovanni Nucera, Pasquale Maria Tripodi, Giovanni Franco, Alfonso Dattolo, Carmelo Trapani, Alfonsino Grillo, Giuseppe Bova, Emilio De Masi, Demetrio Battaglia, Pietro Amato, Mario Franchino, Mario Maiolo, Carlo Guccione, Antonio Scalzo, Francesco Sulla, Agazio Loiero, Giovanni Raso, Candeloro Imbalzano; il ristoratore Diego Fedele, figlio dell’ex assessore regionale Luigi Fedele (che resta imputato nel primo filone del procedimento “Rimborsopoli”).

Restano “stralciate” le posizioni di Nicola Adamo e Domenico Talarico, per i quali già nella precedente udienza gli atti erano stati ritrasmessi in Procura a causa di un difetto di notifica (per Adamo la mancata notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari; mentre per Talarico è stata disattesa la richiesta - regolarmente avanzata dai legali - di essere sentito dal Pubblico ministero come la legge consente ad ogni indagato entro l’arco dei canonici 20 giorni dal ricevimento dell’atto di conclusioni indagini).

Adesso, e per le quattro prossime udienze, la parola passerà al collegio difensivo. Toccherà ai legali dei politici provare a smontare le pesanti conclusioni accusatorie del procuratore aggiunto Gaetano Paci. Il Gup ha già fissato l’udienza decisiva per il prossimo 17 luglio, quando sarà deciso chi affronterà il processo e con quale rito (anche se dalle previsioni si registrerà un ricorso in massa al giudizio davanti al Tribunale collegiale di Reggio dando così sostanza all'ipotesi della riunificazione dei due filoni processuali).

Nel troncone principale di “Rimborsopoli” (così definito soltanto perchè avviato in anticipo e con le posizioni penali più pesanti nell’ottica dell’accusa) figurano sul banco degli imputati gli ex assessori ai Trasporti e Infrastrutture Nino De Gaetano e Luigi Fedele: per loro il processo è già incardinato in Tribunale a Reggio (hanno scelto il rito ordinario) e rispondono anche loro, come gli altri 26, della medesima accusa: peculato e falso.

Perchè, secondo l’accusa - ma sarà il processo a stabilire le varie responsabilità - avrebbero utilizzato in maniera disinvolta i fondi destinati ai gruppi politici del Consiglio regionale della Calabria acquistando viaggi da nababbi (da Londra a New York e Montecarlo) e set di valigie, banchettando con champagne e rilassandosi davanti a una lap-dance, regalando argenteria agli amici sposi e gioielli alle amanti.

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