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Assalto a un negozio, cittadini sgomenti

Assalto a un negozio, cittadini sgomenti

Praia a Mare

C’è un’atmosfera strana nella cittadina tirrenica. Un misto tra la rassegnazione e l’indignazione per la grave intimidazione ai danni di un commerciante del posto. Quella bottiglietta incendiaria lanciata, sabato mattina, contro la vetrina di un negozio d’abbigliamento, immerso in piazza Italia, è come un segno di una recrudescenza della criminalità, come se ci si fosse svegliati dal letargo per tornare a far sentire la forza del sommerso. Dell’illegale. Le piste vagliate dai carabinieri della Compagnia di Scalea sono tante. Nulla è escluso, anche se pare che la richiesta di pizzo sia quella più battuta. Tuttavia, non viene dato niente per scontato. Si cerca, si sonda, si controlla la vita del titolare, le sue frequentazioni, per capire un nesso, un possibile tassello da aggiungere al puzzle. Sembra che l’uomo non abbia ricevuto minacce, nulla da fargli sospettare un episodio del genere. C’è da capire chi ha lanciato quella bottiglietta all’alba di sabato: l’allarme antifurto è scattato tra le 6.30 e le 7.30, ma nessuno, come avviene sempre più spesso, pare non abbia visto o sentito rumori sospetti provenire dalla zona.

Certo, era mattina presto, ma la determinazione e la sicurezza con le quali hanno agito ignoti per far esplodere una bottiglietta – si potrebbe trattare anche di una bomba carta – contro la vetrina del negozio sono sintomatiche di qualche crepa nel tessuto sociale. Tanto da affondarci e lasciare un messaggio al proprietario, che ora conta i danni, ingenti, e guarda con amarezza e delusione tutti i sacrifici fatti finora.

La merce è andata in buona parte distrutta dalle fiamme, come i manichini e la vetrina, da sostituire. Pareti annerite e soffitto con qualche danneggiamento. Gli attestati di solidarietà ci sono stati, ma molti s’interrogano sulla loro validità: oltre a dare sostegno, a far da balsamo per un momento delicato che sta vivendo il titolare e la sua famiglia, quelle parole, quelle pacche sulle spalle, quel ripetere come un mantra che la comunità è vicino, a poco servono, se non si agisce. Qualcosa di strano, sussurrano alcuni abitanti, sta accadendo: giorni fa, don Umberto Praino, è stato chiuso in una stanza della chiesa di “San Paolo” e rapinato da due sconosciuti.

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