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Protezione civile in Calabria: tecnici... declassati

Protezione civile in Calabria: tecnici... declassati

Reggio Calabria

Un folto gruppo, una sessantina circa, di tecnici dotati di elevata specializzazione - per lo più architetti e ingegneri, oltre ad alcuni geometri - vitali per assicurare il buon funzionamento della “macchina” della Protezione civile regionale e che però da quando il loro processo di stabilizzazione (si tratta di ex Lsu e Lpu) è stato ultimato sono stati inquadrati come se fossero in possesso solo della licenza media! Una situazione paradossale che oltre a svilire così rilevanti professionalità mette in seria difficoltà l’intero sistema della Protezione civile regionale “costretto” a utilizzare, per funzionare, questi tecnici senza che venga loro riconosciuto il regolare inquadramento oltre che il giusto profilo retributivo.

A mettere nero su bianco questa macroscopica discrasia è stato direttamente il capo della Protezione civile della calabria Carlo Tansi che ha scrit6to, sollecitando un celere intervento risolutorio, all’assessore regionale al Lavoro Federica Roccisano e al vicepresidente della Giunta e titolare della delega al personale Antonio Viscomi. È una denuncia secca di una «grave anomalia» dalla quale scaturisce «un'evidente ingiustizia derivante dal loro necessario utilizzo, in assoluta carenza di risorse umane adeguate, in attività lavorative di elevato grado specialistico, fondamentali per la Protezione Civile». Un esempio? «Le attività svolte e tuttora in corso, a supporto dei 409 Comuni della regione nella redazione dei Piani di Emergenza che, grazie al loro determinante contributo, negli ultimi 4 mesi sono balzati dai 54% al 79% di realizzazione».

Per Tansi «si tratta di un'anomalia tutta calabrese dal momento che, nelle altre regioni italiane, omologhi dipendenti di tale alta specializzazione sono stati assunti con la loro adeguata qualifica». Da qui la richiesta di «un incontro urgente per avviare da subito un percorso per l’immediata risoluzione» della criticità.

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