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Fallimento Veolia, il “buco” è di 235 milioni

Fallimento Veolia, il “buco” è di 235 milioni

Reggio Calabria

All'ingresso degli impianti di trattamento dei rifiuti calabresi ancora qualche targa con la scritta "Veolia" resiste ancora. Resta, però, solo il nome a Reggio Calabria, Gioia Tauro, Siderno, Crotone e Rossano perché ormai da quasi cinque anni il colosso italo-francese non c'è più. È scappato via da tutta Italia e dalla Calabria perché gli utili non erano tali da soddisfare il consiglio di amministrazione e le liti e i contenziosi nei vari territori erano diventati insopportabili. Ma a distanza di cinque anni le conseguenze di quella stagione ancora sono vive. E purtroppo non sono buone. La società Veolia, poi diventata "Gestione Ambientali" e poi ancora "Termo Energia Calabria" con le altre varie articolazioni regionali, è fallita ma la procedura giudiziaria pendente davanti al Tribunale di La Spezia è ancora pendente.

La “voragine” dei conti

Il dato che viene fuori leggendo la situazione dello stato del passivo redatta dai due curatori Riccardo Dessi e Saverio Reggi e consegnata al giudice delegato Adriana Gherardi parla di un buco, solo in Calabria di 235 milioni di euro. E si parla solo delle domande tempestive, cioè quelle presentate entro i termini e già esaminati dai curatori e dal tribunale. Le somme sono così suddivise: crediti prededuttivi 372 mila euro; pignoratizi 7 milioni e mezzo; privilegiati 83 milioni; chirografari 144 milioni.

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